Di Carla Murialdo
L’enigma dell’alfiere” è il quarto dei dodici romanzi nel quale compare l’investigatore dilettante Philo Vance, un personaggio pomposo e balordo, ma anche elegante, raffinato, coltissimo (le sue conoscenze sono praticamente illimitate e spaziano nei campi più disparati), poliglotta: Vance è un signore ricchissimo che per puro hobby si diletta a risolvere, prendendosi gioco della polizia, misteri apparentemente inspiegabili. Come per esempio quelli raccontati nell'”Enigma dell’alfiere” a cominciare dalla morte del signor Joseph Cochrane Robin, ucciso da una freccia scoccata da un arco poco dopo essersi incontrato con il signor Sperling. Un delitto privo di senso, per tutti tranne che per Vance il quale scopre subito un curioso collegamento.
Primo libro in assoluto che leggo di questo autore, questo sempre grazie all’gruppo di lettura a cui sto partecipando. In una villetta a New York viene trovato morto un giovane trapassato da una freccia nel cuore. A questa morte ne seguono altre e tutte legate a una filastrocca per bambini (che Italia non è conosciuta). Il libro, a mio parere, è adatto a lettori anglosassoni. E poi mi domando come sia possibile che in una cerchia ristretto di persone si trovino quelle con i nomi e le conformazione fisiche per rispecchiare la filastrocca e dare motivo per ucciderle? Devo dire che ho capito chi è assassino semplicemente perché gli indizi portavano a un certo personaggio che, come succede spesso nel finale poi non è lui. Fino all’ultima riga, infatti, ho pensato di aver sbagliato. Il movente è debole anche se per
invidia si può arrivare ad uccidere.
Biografia
S. S. Van Dine, pseudonimo di Willard Huntington Wright (Charlottesville, 15 ottobre 1887 – New York, 11 aprile 1939), è stato uno scrittore e critico d’arte statunitense, noto autore di gialli.
L’unico volume biografico dedicato a Wright (Alias S.S. Van Dine, 1992, di John Loughery) ha rivelato che lo scrittore era nato nel 1887 e non, come da lui stesso fatto credere, nel 1888. Wright iniziò giovanissimo ad occuparsi di critica letteraria, specializzandosi poi come esperto di arte e avviando collaborazioni con giornali e riviste. Nel 1912 fu nominato editor del periodico letterario The Smart Set, grazie a cui divenne dapprima conoscente e poi intimo amico di importanti figure come Theodore Dreiser, Henry Louis Mencken e Maxwell Perkins.