Macron si gioca il tutto per tutto nel messaggio alla Nazione che verrà trasmesso in diretta televisiva stasera alle 20. Al termine di una giornata di incontri febbrili con rappresentanti sindacali ed esponenti delle forze politiche, territoriali, economiche e sociali, dopo aver ammesso nei giorni scorsi di avere “commesso errori”, il Presidente francese si appresta a quella che a molti appare come una sorta di missione impossibile: rilanciare il dialogo con il popolo francese e riguadagnare consensi. Quattro sabati di passione per la protesta dei “Gilets Jaunes” in tutta la Francia, 2000 arresti, 264 feriti e 140mila persone in piazza a Parigi, Bordeaux, Nantes, Lione, St-Etienne, Tolouse, Perpignan, Nizza, Grenoble, Marsiglia e Puy-en-Velay, saccheggi, danni materiali ingenti e scene di vera e propria guerriglia urbana, con lancio di lacrimogeni, perquisizioni e cecchini appostati nei pressi dell’Eliseo: questo il bilancio nella sola giornata di sabato 8 dicembre. E dopo un mese di scontri, l’indice di gradimento di Macron è precipitato al 21%, mentre oltre il 65% dei francesi appoggia la protesta dei Gilets Jaunes. Non è bastato congelare l’aumento dell’ecotassa sui carburanti per tutto il 2019: i Gilets Jaunes chiedono molto di più. I loro “cahiers de doléances” sono racchiusi in 41 punti ( Il rap dei Gilets gialli ) e partono da una richiesta su tutte: le dimissioni di Macron. A questa si aggiungono rivendicazioni che spaziano da una maggiore giustizia sociale e fiscale al fronte del lavoro, dal salario minimo al diritto alla casa, dalle politiche economiche a quelle dell’integrazione degli stranieri. ll denominatore comune è la richiesta di una maggiore partecipazione attiva alla vita politica e in particolare, l’introduzione del referendum popolare nella Costituzione (attualmente, la Costituzione francese non lo prevede).
Cosa offrirà Macron ai francesi? Dopo aver dichiarato di aver compreso le esigenze di giustizia del suo popolo, per cercare di riguadagnare consensi il Presidente dovrebbe mettere sul tavolo un nuovo contratto sociale nel senso delineato da Jean-Jacques Rousseau. Ovvero, proporre un totale cambiamento di rotta rispetto al carattere reazionario e repressivo manifestato nei suoi primi diciotto mesi all’Eliseo, nell’obiettivo di ristabilire un’alleanza tra governanti e governati nel rispetto di una volontà generale espressa dal popolo sovrano che secondo i Gilets Jaunes è stata chiaramente disattesa dal Presidente e dal governo di Edouard Philippe. Basterà a ricucire il tessuto sociale profondamente lacerato dalle scelte più che impopolari di questo esecutivo? Probabilmente no. La Francia è una pentola a pressione, e i Gilets Jaunes stanno alzando il coperchio.
(Daniela Sacchi)
Fonte: Il Format