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MANIFESTO DELLA GIOVENTU’ PERDUTA

 

 

Affidiamo a questo manifesto il compito di definire il contrasto fra l’arte oggi intesa e noi, quell’idea del bivio che ha sempre determinato l’essere dell’uomo-artista in preda all’agonia: una caduta senza fine, una supplica di morte che non deve avvenire.

Cos’è l’arte oggi? Un prodotto della creatività individuale che, come tanti altri, finisce per adattarsi ai modelli consumistici. Un’arte che perde spessore, che non rispecchia alcuna identità per riprodursi nell’anonimato: un corpo senz’anima, cibo che sfama bocche affamate di finto comfort e false rassicurazioni, oggetto d’interesse effimero, di letture frivole e sbrigative, linguaggio che si riduce all’espressione di concetti superficiali e banali, perdendo di ricercatezza e simbolismo. L’arte, oggi, non si oppone ai tempi che vive, non resiste alla massa, ne è anzi partecipativa, ne è la conferma e l’affermazione, nutrita da definizioni effimere e inopportunamente rivestita di concetti che confondono il suo segno con un semplice campo semantico. Un crimine contro la diversità, contro un’apparente comune tolleranza senza barriere.

La nostra idea e di poesia mira a una catarsi dalla mercificazione e industrializzazione, scegliendo la libertà senza barriere. La nostra concezione di arte riporta in primo piano la figura dell’artista dal pensiero critico e dall’animo turbato: l’artista che si oppone al compiacimento della massa, l’artista che vive l’arte per l’arte, spudoratamente fedele alla sua verità.

Vogliamo un’arte che si faccia portavoce dei nostri valori morali, che rispecchi la complessità del pensiero e le sfaccettature della natura umana: nello smarrimento, nell’alienazione, nell’esaltazione e nell’esuberanza, nella semplicità e trasparenza, nel grottesco, nel mistero.

Vogliamo un’arte che sia provocatoria, che ci obblighi a riflettere, che ci renda impazienti e inquieti, che riesca a mostrare il Bello della vita, i suoi piaceri e le sue ingiustizie.

Un’arte non necessariamente per tutti, perché l’estetica senza etica non funziona e non ha senso.

Come movimento noi supportiamo l’arte dello smarrimento, della non affermazione e della non conferma, dell’egoistica incomprensione da parte della società moderna da cui nasce l’alienazione.

Ci opponiamo al compiacimento della massa, ripudiamo il virtuosismo e il corrente uso del banalismo. Disprezziamo chi svende l’arte per fini egoistici ed egocentrici, in ciò non c’è arte, né poetica, né pensiero.

Vogliamo, infine, riassumere qui i punti fondanti del Manifesto:

-in quanto movimento giovanile, noi promuoviamo un’arte che sia provocatoria, che ci obblighi a riflettere, che ci renda impazienti e inquieti, che riveli insomma, la complessità del pensiero e le sfaccettature della natura umana;

-disprezziamo il bisogno e la ricerca incessante di conferma, affermazione, negazione e assolutismo;

-artista è colui che crea e disfa, colui che ricerca e che propaga, nel suo potere di libertà, di crescita, di impegno e di autosoddisfazione.

Per l’arte, con l’arte, contro l’arte.

Il movimento della Gioventù Perduta, nasce dal collettivo artistico Lost Youth nel 2023 e si presenta e si muove principalmente nel territorio siciliano (anche se ne fanno parte artistica da tutta l’Italia), creando eventi e momenti di condivisione inclusivi per tutte le arti. I principali nomi aderenti al movimento sono Chiara Faticanti, Gilberto Chiarenza, Nikolenka, Sara Oddo “Sr4”, Eroika; che ha disegnato il manifesto e Sefora Fichera, Salvatore Alfieri e Sara Zante che lo hanno scritto. Artisti (e non solo) con esperienze in diversi contesti artistici e culturali.
Artisti, poeti, musicisti, pittori, fotografi, visual artist, il Lost Youth Movement si propone come polo di riferimento per tutti gli artisti e per tutte le arti, mirando a stimolare il dialogo e l’apprezzamento per le varie forme d’arte spingendo e promuovendo i giovani artisti. Il 13 aprile, a Canicattini Bagni (Siracusa) presso la Bottega Tommaso, ci sarà la prima presentazione ufficiale del movimento, “Rivelazione”, presentato dagli artisti aderenti. Fra le band, a sposare il movimento, ci sono i Renoir e i Breachers, che si rivelano ancora una volta una coppia vincente.

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