Ho ascoltato: Domenica
Artista: Marta
Recensione di Carlo Amedeo Coletta
Non so dove abbiate trascorso le vostre calde estati italiane quando eravate piccoli. Visti il mio innato
talento nel rendermi insopportabile, i miei genitori mi rinchiudevano in colonia, convinti da una parte che
quell’ambiente paramilitare mi avrebbe rimesso in riga, dall’altra che un mese di mia assenza da casa
avrebbe dato loro modo di ricaricare le batterie. Poveri illusi. Intanto ho un fratello, più piccolo di età ma
altrettanto devastante nei confronti degli apparati riproduttivi altri. Se ciò non bastasse, siamo sinceri, come
si poteva stare un mese senza i miei occhioni imploranti attenzioni? E infatti, dopo qualche giorno, vedevo
mia mamma spuntare casualmente nella spiaggia a fianco, sorridente e artificiosamente sorpresa, come
fossi io quello fuori posto. Più in là, in modalità sospiro, mio papà mi faceva ciao con la mano, e tanto
bastava.
Ciò che loro non sospettavano era che anche per me quel mese di colonia era il periodo più bello dell’anno,
forse anche più di Natale. Spensierato, tranquillo, intento solo a giocare, mangiare e sognare. Tutti vestiti
nello stesso modo, anche i miei compagni di battaglie acquatiche sembravano condividere quello stato
d’animo e la convinzione che, con una magia, tutto sarebbe rimasto così per sempre.
Anche la brava Marta, proponendoci il suo delicato album intitolato Domenica, ha l’aria di chi compone
canzoni e musiche nell’onirica atmosfera di quella colonia che ora non esiste più. E’ un bell’album
Domenica, pieno di melodia e pensieri, emozioni e descrizioni che lasciano sospesi sulle nuvole i fortunati
ascoltatori.
E’ una sensazione non semplice da descrivere. Vi è mai capitato di avere l’impressione di entrare nella testa
di qualcuno e trovarvi a gironzolare per i suoi pensieri? Senza condividerli, senza giudicarli, senza
sovrapporre i vostri ad essi? Ecco, con Marta si ha l’idea di ascoltare una ragazza stesa su un’amaca che, con
una chitarra in mano, canticchia le proprie riflessioni. Non ne vediamo il viso né le fattezze ma ne
immaginiamo la dolcezza e l’ingenuità che arrivano così forti da essere inevitabilmente stesi assieme a lei,
sull’amaca, all’ombra, con una brezza leggera che rende il caldo della colonia l’unico caldo che sia degno di
essere assaporato.
Domenica, l’album di Marta, è proprio questo, una sorridente mattina al mare, dopo una piacevole dormita.
E’ il primo giorno di mare dopo un lungo viaggio o, forse, l’ultimo giorno. Il giorno in cui ci si ricordano i baci
estivi, da quelli voluti e non avuti a quelli sognati e improvvisamente assaporati. L’album di Marta è un bel
vestito per l’estate, è un pareo che scende leggero solleticando la pelle coperta di sale.
E se un giorno incontrassi Marta, le chiederei a chi sia dedicata la canzone “Come Te”. E’ bellissima ma sono
di parte perché ho due figlie e mi piacerebbe che, un giorno, una delle due…o entrambe, figuriamoci, mi
dedicassero qualcosa del genere. Poi ho visto il video e forse non ho centrato l’obiettivo e così son rimasto
curioso come una scimmia.
Sapete, come vi ho detto, lì in colonia eravamo tutti vestiti nella stessa maniera. Pantaloncini verde vomito e
magliettina di cotone bianca. Nulla più. Nulla meno.
Sono sicuro che se tornassi indietro, almeno l’ultimo giorno mi metterei addosso la musica di Marta. Sono
certo fari un figurone e neppure la tirannica direttrice dello stabile troverebbe modo e motivo di mandarmi
in camera a cambiarmi.
Grazie Marta, mi hai lasciato a pensare, sorridendo. Non capita spesso.
Se avete voglia d un sorriso, allora, buon ascolto!
https://www.youtube.com/watch?v=QU6EZy-Ow3Y