MASCHERE, SOLTANTO MASCHERE
Il nuovo splendido tassello della Joker Gang
A cura di Riccardo Gramazio_Ricky Rage
Con grande piacere porto ancora una volta il mio amico/collega della Joker Gang sulle pagine di MDN. Oggetto della discussione? Beh, l’uscita del secondo album Maschere. Maschere, maschere, maschere… e sì, ancora maschere. Il tema del disco è chiaro, direi, ma quello che sorprende a prescindere dal concept è la qualità di queste nuove creature. C’è tanto cuore dentro, c’è tanta rabbia, c’è onostessima emozione. Grande musica, grandi canzoni, dalla penna di un grande cantautore. Al timone, per la produzione, un nome che amo e che ben conosco, quello di Pat Matrone. E sapete cosa vi dico: sono orgoglioso di avere un posto in questo lavoro, nella title track, per giunta. Parliamo direttamente con il vocalist/autore/chitarrista Joe Kerr, artista dall’anima pura. Ve lo garantisco e lo ribadisco…
Eccoci ancora una volta. Passano gli anni, aumentano le rughe, ma siamo sempre qui a scrivere, a cantare, a suonare. E i nuovi nostri dischi in mano ci emozionano sempre, nonostante i tempi e i casini. Non una domanda, la mia, una riflessione che vorrei condividere…
Aumentano i capelli bianchi, gli acciacchi iniziano a farsi sentire, ma la voglia di musica si fa sempre viva, la voglia di creare che mi tiene vivo, dolce parentesi tra i momenti duri, un meritato pitstop che amo concedermi in queste affannate corse. Lo spirito resta giovane e immutato e l’esperienza che si acquisisce con il tempo non fa altro che migliorare il fluire delle idee. Dischi in mano… magari! Ormai il digitale regna sovrano. In mano teniamo solo il cellulare per contenere la nostra musica.
Pensa, iniziai il progetto musica indipendente per MDN intervistando proprio te e, tra le varie cose, parlasti di Maschere un pezzo che un pochino conosco. In sostanza, nuova intervista, ma ancora Maschere. Un cerchio che si è chiuso?
Quel nostro progetto a sei mani, partito da me ormai quattro anni fa, a cui collaboraste anche tu e Pask Pasella, per me non fu altro che l’inizio di questo concept. All’epoca non immaginavo che, per un motivo o per l’altro, avrei iniziato a scrivere, riprendendo questa affascinante tematica di Pirandello, un brano dopo l’altro su questo tema così teatrale e pittoresco al tempo stesso.
E allora arriviamo al sodo. Maschere: non solo il titolo del lavoro, non solo il titolo di una traccia, bensì un concetto che hai voluto approfondire.
Il concept Maschere è stato aimè più che profetico in un quasi spensierato 2018, quando poi nel 2020 la maschera fisica divenne la normalità. Ci sono persone conosciute in quel periodo che ancora oggi non so che faccia abbiano. Quando arrivò la pandemia, stufo, stremato come tutti dai lockdown, dalla situazione, dagli imbecilli che non si rendevano conto e mettevano gli altri in pericolo e da un governo che non sapeva più come gestirci, di getto, buttai fuori Rivoluzione e la feci uscire proprio come singolo, aggiungendo un importante tassello a questa creazione. Così come questa canzone, quasi in ogni brano contenuto in questo disco descrivo una maschera diversa tranne in due brani in cui tolgo completamente ogni travestimento e protezione. Due pezzi in cui scopro il fianco e mi metto a nudo completamente.
A livello di scelte e di produzione come sono andate le cose? Non mancano ricerca e sperimentazione…
A livello di suoni, ogni canzone è stata una diversa ispirazione. Essendo stata una gestazione lunga quasi quattro anni ho avuto modo di ampliare le mie vedute e ispirazioni, passando dal rock all’elettronica, dalla melodia alla psichedelia, passando attraverso anche atmosfere oniriche. Come ho già detto, infatti, spesso sogno quello che poi scrivo. È qualcosa di magico e adoro quando accade. Le mie influenze per questo disco sono arrivate dagli anni ‘80 fino ai giorni nostri: Depeche Mode, Bowie, Placebo, Pink Floyd. Quasi ogni canzone contiene un solo stupendo eseguito da Pat Matrone, il produttore, un paio scritti da lui, un paio da Fabio Rodeghiero e gli altri scritti da me e migliorati sempre da Pat. Tra le influenze italiane si trova un po’ di tutto: da Vasco ai Litfiba, da Grignani ai Marlene Kuntz.
Che dire, la tua è una penna capace e ormai più che personale. Joker Gang è un marchio di fabbrica, tuttavia non mancano le novità. Quali sono le principali differenze con il precendente Verso Un Cielo Nuovo?
A livello di produzione questa volta ho deciso di seguire una strada diversa per le produzioni: mentre in Verso un cielo nuovo consegnavo al nostro sarto di fiducia Patrik Matrone una canzone vestita solo di voce e chitarra con poche indicazioni, lasciando a lui carta bianca, questa volta mi sono improvvisato stilista; ho realizzato per ogni pezzo un provino fatto in casa con suoni scelti da me e dai miei collaboratori, tra cui Max Grassi, tastierista che ha composto le parti melodiche di Giostra di niente” e Fottuto Show. Una volta pronte le demo le ho girate a Pat, che ha trasformato magicamente il bronzo in oro.
Le canzoni, alla fine poi parlano loro. Smuoviamo subito gli animi, tirando in ballo anche la quarta traccia, Cantautore 2020, un pezzo che già avevi proposto e che non è altro che una disillusa analisi e, aimè, piuttosto condivisibile del sistema musicale in Italia. Raccontami la storia di questo brano…
È una storia triste che conosci bene anche tu. Tutti i musicisti e cantautori italiani la conoscono, ma un pochino li invidio perché loro sanno far finta di non vedere e io purtroppo non ho questa dote, questa maschera non la so indossare. La mia maschera si rompe solo con l’amplificatore. Questa è la frase chiave non sono della title track, ma dell’intero album. Svelando in nove tracce ogni maschera che indosso e i segreti per farmele togliere. Questo è il messaggio, il connubio tra i brani. Se Maschere è il cuore, Cantautore 2020 è lo stomaco. Purtroppo in subbuglio
Fottuto Show ha tutte le carte in regola per conquistare l’ascoltatore. Un logo, un’insegna. Ascolto e attendo impaziente di sentirtelo cantare: Fottuto Show!
Fottuto Show è un inno, un inno alla follia, pensa che mi è venuto fuori proprio pensando all’idea dell’ artwork di copertina. Ovviamente c’è di mezzo Joker e in questo caso non solo la cover, ma anche questo brano è un tributo alla magistrale interpretazione di Joaquin Phoenix. La maschera allegra da indossare per nascondere i tormenti interiori, la maschera per adeguarci agli altri per uniformarci, per omologarci. Ma vuoi mettere il momento in cui riesci a togliertela? Finalmente il tuo Joker può essere libero e dare sfogo alle sue fantasie. Non c’è nulla di meglio al mondo, credo.
E poi gli attimi di dolcezza. Il Tuo Momento, per esempio, è struggente, una vera perla. Difficile scrivere cose nuove, quando si racconta l’amore. Quanto vale per te questa ballad?
Questo disco contiene tre perle, a mio avviso, questa è una della canzoni che mi rende più vulnerabile, il pezzo in cui racconto l’amore più vero che esista, quello per il quale si sarebbe pronti a dare la vita. E pensare che quando la scrissi era soltanto un’ispirazione, un’idea non ancora divenuta realtà.
La chiusura è affidata alla particolarissima Gioia Maligna: onirica, arrangiata alla grande e… beh, con quel solo. Questa, secondo me, ti rende particolarmente orgoglioso? Sbaglio?
Mi rende orgoglioso il fatto che questo brano fu scritto da me e Stefano Cogliati (batterista e amico storico) nel 2012 e ogni tanto l’ho ripresa per darle nuova vita. Lui creò questa base dark con le campanelle tubolari e l’esplosione dopo il crescendo. Rispetto alla versione dell’epoca, ho tagliato delle parti superflue che non mi hanno mai convinto a fondo. Ho deciso di tenere il succo e, quell’assolo finale del chitarrista Fabio Rodeghiero ha reso perfettamente il senso al brano, una transizione, una sorta di “to be continued”. Il brano tratta la tematica del cambiamento, in maniera un po’ ermetica, ma il senso è questo. L’ennesima maschera da togliere e abbandonare per inseguire la libertà, quella vera, con un pizzico di sano egoismo, quella sorta di gioia maligna, che serve per ripartire con poca sabbia nel pugno mentre ci si accinge a ricostruire.
Il mondo sembra andare sempre peggio, siamo messi davvero di merda e in tutti i campi. Sei sempre molto attento alle tematiche sociali. Cosa dire di questi tempi?
Pandemia, guerra, cinismo, egoismo, indifferenza, menefreghismo, invidia. Di getto, senza rendermene conto, ho tirato fuori i titoli di un nuovo concept album? Mi è bastato pensare ai giorni nostri!
E anche i discorsi artistici continuano ad andare a farsi benedire…
Ho imparato l’arte per metterla da parte, mai preso un proverbio così alla lettera. Mio malgrado.
Dove possiamo ascoltare Maschere?
Maschere è chiaramente su tutte le piattaforme digitali, Itunes, Apple Music, Spotify, basta scrivere: “Maschere Joker Gang”. Cercherò in futuro di farne delle copie analogiche per i nostalgici su supporto cd anche se sogno di stampare un vinile!