Interviste

MONSTER Intervista a Massimiliano Pianta

 

 

MONSTER

Intervista a Massimiliano Pianta

A cura di Riccardo Gramazio_Ricky Rage

In Monster, disco di esordio del cantautore Massimiliano Pianta, possiamo trovare emozioni viscerali e intense. Colpiscono assolutamente la voglia di guardarsi dentro, molto dentro, e ovviamente la grande capacità di riuscire nell’intento. Cosa non così semplice, a pensarci, perché quando si è nudi, quasi inconsciamente, tendiamo tutti a coprire le cicatrici o le ferite, o almeno, a renderle meno amare o più accessibili. Pianta non si pone invece alcun problema, anzi, scava a fondo, si apre e condivide. Il risultato è di livello, dannatamente intimo e onesto. Già, proprio come le sensazioni provate in determinati momenti della vita. Parola al diretto interessato, quindi, che ha davvero voglia di portare il più in là possibile il proprio stile artistico e la propria voce…

Eccoci, Max. Un vero piacere averti qui sulle nostre pagine. Prima di parlare della tua musica, credo sia doveroso presentarti ai lettori…

Ciao, Ricky, è un piacere anche per me essere qui con te e con i lettori che ti seguono. Mi definisco tenace, fascinoso, appassionato, empatico, ruvido, testardo, sensibile, riflessivo, molto creativo e a volte arrogante. Tutte queste cose mixate con le mie origini di appartenenza, le esperienze di vita, la cultura acquisita in quarantasei anni, mi rendono quello che sono. La musica ha sempre fatto parte della mia vita. Questi sono i motivi e i luoghi dove ho cominciato ad appassionarmi alla musica. Frequentavo la chiesa di Garbagnate Milanese perchè praticavo calcio e durante i centri estivi era consuetudine cantare tutti insieme. Ho dei bellissimi ricordi. In quel periodo, in TV, spopolavano i cartoni animati giapponesi. Bene, io ne ero drogato. Li guardavo tutti. Dalla mattina alla sera. Che sigle! In aggiunta, mio papà, nel weekend, con il suo giradischi, faceva girare sia musica italiana per compiacere la mamma e sia musica classica. A distanza di anni ho scoperto che anche lui cantava. Infine, mio fratello, quando ero un po’ più grande, tornava a casa con album pazzeschi. Non faccio l’elenco, ma immaginatevi un po’ che cosa può essere per un ragazzo di quindici anni ascoltare musica rock negli anni ‘80. Durante tutto questo, in un momento particolarmente difficile, decisi di provare il canto. Sono partito che ero davvero pessimo, ma con il tempo e dopo svariate esperienze con diverse band, siamo arrivati a oggi. Giudicate voi!

 

Finalmente il tuo primo disco è fuori. Monster è un album di assoluto livello, una raccolta di brani intensi e molto personali. Dimmi, cosa si prova a toccar con mano un pezzo di vita così importante?

Sì, finalmente il mio primo LP. Provo tante emozioni. Sono successe molte cose in questi anni. La morte di mio padre e di persone per me importanti. Il Covid, le varie guerre che impazzano nel mondo, il clima che impazza. Il lavoro che cresce, ma che al contempo richiede molta più attenzione. Ringrazio la musica. Per me è terapeutica, è un esercizio di stile.

Per ovvi motivi ho avuto il piacere di ascoltare qualcosa in anteprima. Sono rimasto fin da subito colpito dalla ricerca sonora e dalla tua straordinaria personalità artistica. Come sono nate le canzoni di Monster? O meglio, cosa ha ispirato la tua scrittura?

Ricky, sono sempre le emozioni che mi ispirano, soprattutto quelle negative. La felicità dura per qualche attimo, quindi non mi dà molto da raccontare. I timori e le paure sono quelle emozioni che ti insegnano ad articolare un pensiero, a crescere e ad approfondire le emozioni. Quindi trovo che la parte negativa della vita sia più interessante da sviscerare e da trasformare in musica. Queste canzoni sono arrivate in autonomia. Non sforzo mai l’emozione o il pensiero. È come se, ogni qual volta che soffia il vento, si aprisse questa porticina che fa passare tutte le melodie, parole e idee. Mi capita anche nel lavoro.

Ciò che colpisce all’ascolto, come detto, è la tua voce. Sia chiaro, non sto parlando soltanto delle spiccate doti canore, ma anche degli elementi che potrebbero già tratteggiare un preciso marchio di fabbrica. Il disco ha caratteri cupi e al contempo poetici, introspettivi, evocativi. Con il supporto di Patrik, che tra poco citeremo, quanto tempo hai impiegato per trovare le vie giuste?

Pensa che dopo dieci anni di pausa pensavo di avere perso qualcosa a livello vocale, invece mi sono ritrovato una voce più matura, potente e una padronanza maggiore. Non saprei spiegarmi. Posso presumere che, avendo scritto tutti i brani da solo e adattandoli alla mia voce, il risultato possa essere migliore. Non dimentichiamo che la produzione da Patrik è stata pazzesca. Con lui i brani sono esplosi. Ci troviamo alla grande e poi lui è di una bravura incredibile.

I pezzi scorrono via alla grande, uno dopo l’altro. Nessun punto debole, diverse cose, ma al contempo grande omogeneità. Palese quindi l’esigenza di dire moltissimo, senza tuttavia perdere mai il filo conduttore. La tracklist è saltata fuori da sola, suppongo…

La tracklist è un viaggio. Si parte con Father scritta alla morte di mio padre. In Ceremony racconto il giorno del suo funerale. E così anche le altre. Una dopo l’altra cronologicamente…

L’album si apre proprio con questa ballad stupenda, struggente. Il titolo dice già tutto. Hai voglia di parlarne?

Sì, te ne posso parlare. È successo una sera di settembre nel 2019. Ricevetti la telefonata di mia madre. Erano le 22.00. Pronunciò delle parole che ancora mi fanno male. Era sparita per sempre una parte importante della mia vita. Da quel momento in poi, la musica riemerse.

Abbiamo poi anche un brano in italiano, La Verità. Come mai è finito dentro a questo lavoro?

Sì, in italiano perchè mi hanno rotto l’anima dicendomi: ma perchè non scrivi un brano in italiano? Quando è arrivata la musica, melodia e testi, sono andato in studio da Patrik. Mi piace, ma non è la mia strada. Almeno sono sicuro che non mi faranno mai più questa richiesta…

Difficile decidere cosa è meglio, considerando la qualità generale. Io ti sfido però: la canzone che più ti piace di Monster? E perché?

 

La canzone più bella è sempre l’ultima. Quindi Day Of A Loser. Ceremony però ha qualcosa di magico ed è la canzone che mi ha suggerito di andare avanti.

Patrik Matrone, dicevamo. Figura che conosco alla grande e che, oltre a essere un musicista pazzesco e un grande amico, ha la capacità di entrare in sintonia con i vari artisti. Cosa puoi dirmi a riguardo?

Sai bene cosa penso di Patrick. È un talento musicale come pochi. Inoltre è un bravo ragazzo. Umile e gentile. Mi da sempre dei buoni consigli. Con lui ho trovato il mio stile.

La tua storia musicale, spieghiamolo, non è iniziata ora. Ripercorriamo le varie tappe?

In breve: autodidatta. Ho provato a prendere lezioni private, ma non mi piace essere uguale agli altri. Ho studiato un mio modo di cantare. Però, se ci fosse bisogno di studiare, andrei solo se dovessi salvaguardare la mia voce. Non vorrei tanto parlare del passato anche perchè tutte le esperienze musicali sono servite, ma sono finite nel cesso. Soprattutto per alcuni personaggi fissati con un modo di fare musica vecchio, che non porta da nessuna parte. Io sto affrontando un percorso diverso e so bene dove voglio arrivare.

Ascoltando il lavoro è possibile cogliere molti riferimenti musicali, ma confermo quanto espresso: il tutto ha un sapore piuttosto unico e particolare. Aiutami tu, allora. Quali sono gli artisti della tua vita?

A questo punto non saprei. Non mi ispiro a qualcuno in particolare. Vorrei essere non paragonabile a nessuno. Non è bello dire a un musicista assomigli a….

Discorso live. Cosa stai organizzando?

Con il video di Day Of a Loser si chiude LP Monster e si apre il nuovo progetto con la band (The Monster Club Alaska). Ci stiamo preparando per concerti live. Ho trovato delle brave persone e dei bravi musicisti che credono i me e nelle mie idee.

Saluta i lettori, allegando tutti i link di riferimento…

Grazie Riccardo, e grazie a tutte le persone che ti seguono.

https://www.youtube.com/channel/UCGdOCIy9zXAtcfSTb9AJTpA

https://push.fm/fl/1qbraiiu

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