pensieri

Nel mormorio che,dice la Bibbia,e’ la manifesta presenza del Signore

 

Di Adriana La Trecchia Scola

 

“E pensai:cos’e’ la giovinezza?

Come e’ fatta?Che aspetto ha?
Ha l’ aspetto di qualcosa che si
ama?Termina prima che la
riconosciamo?E’ luminosa
mentre tutto il resto e’ buio?
Sono vecchio?Dov’e’ finito tutto
quanto?Perche’ le cose
procedono cosi’ in fretta?Dove
sono finiti gli anni?Perche’
adesso sono vecchio mentre
intorno a me tutto e’ giovane?
Dove sono finiti i miei muscoli?
Posso tornare indietro facendo
sport?E se lo faccio,mi
rendero’ ridicolo?Che cos’e’ la
vita?Come potro’ migliorarla?
E se migliora,come lo capiro’?
Non voglio continuare a vivere
cosi’,in questo modo.Qualcosa
deve cambiare”.
Sorprendente questo passo del romanzo 1979 dello scrittore svizzero di lingua tedesca Christian Kracht.Un autore poco noto ma le cui pagine esprimono un senso di malinconia e armonia in modo originale. In realta’ non e’ stato capito il senso di smarrimento che provoca un Occidente decadente.Il suo cuore,l’ Europa,e’ diventata una periferia ininfluente che cerca di destreggiarsi alla meglio tra i nuovi “imperi”.Infatti la fallace previsione della fine della Storia,ad opera dello storico statunitense Francis Fukuyama,si e’ rivelata per quello che e’:una colossale ingenuita’.Nel secondo novecento (il cd. secolo breve secondo lo storico inglese Eric Hobswam) si e’ realizzata una illusoria felicita’ attraverso il progresso e la crescita,ma questo “divenire” riguardava solo una parte di mondo per cui a un certo punto lo specchio si e’ rotto con “l’ invasione dei barbari” (cosi’ veniva definito a inizio millennio l’ emergere degli “esclusi”). Anche la parabola recente della Chiesa Cattolica riflette questo andamento degli eventi.Puo’ sembrare ingeneroso nei confronti dello scomparso Papa Emerito Benedetto XVI,ma proprio durante il suo breve pontificato si e’ acutizzata la crisi del cattolicesimo e anche la marginalita’ dell’ Europa.E’ paradossale che Ratzinger aveva scelto il nome del Santo Patrono del continente per riaffermare la centralita’ della cultura europea cristiana ma non sia riuscito a far fronte alle spinte centrifughe in atto.Padre Georg Ganswein,suo segretario personale,scrive nel libro appena pubblicato Nient’ altro che la verita’.La mia vita al fianco di Benedetto XVI,”la sua conclusione era che occorreva rispondere alla manifesta crisi di fede ponendo nuovamente la questione di Dio al centro della vita ecclesiale e dell’ annuncio,piuttosto che provando a mettere in campo riforme delle strutture organizzative che comunque restano freddi organismi,sempre a rischio di conformarsi al mainstream del mondo e del tempo. Questo “distacco dal mondo”,pero’,non significa un “ritiro dal mondo”:al contrario, e’ la prerogativa affinche’ la testimonianza missionaria della Chiesa e'(…) risulti piu’ credibile”. Ancora:”uscira’,da una Chiesa interiorizzata e semplificata,una grande forza.Gli uomini infatti saranno indicibilmente solitari in un mondo totalmente pianificato.Essi sperimenteranno,quando Dio sara’ per loro interamente sparito,la loro totale e paurosa poverta’.Ed essi scopriranno allora la piccola comunita’ dei credenti come qualcosa di totalmente nuovo”. Dato che tra le mura Vaticane nulla accade per caso, ma tutto risponde ad un disegno piu’ grande,sara’ il Papa argentino,scelto “quasi alla fine del mondo”,a condurre la rivoluzione con le armi della fede e della dottrina di Benedetto XVI.Ha detto all’ Angelus Papa Francesco:”il chiacchiericcio e’ un’ arma letale che uccide la società”; disse l’ Emerito:”non e’ di una chiesa umana  che abbiamo bisogno ma di una chiesa divina,solo allora sara’ veramente umana”. Se non altro Benedetto ha subito e sofferto la tragedia della secolarizzazione mantenendo ferma la centralita’ di Cristo. In una splendida meditazione sulla speranza ha ricordato:
“Tutte le nostre angosce sono
in ultima analisi paura per la
perdita dell’amore e per la
solitudine totale che ne
consegue.Tutte le nostre
speranze sono percio’ nel
profondo speranza del grande,
illimitato amore:sono speranze
del paradiso,il regno di Dio,
dell’essere con Dio e come Dio,
partecipi della sua natura(2Pl,
1,4).Tutte le nostre speranze
sfociano nell’unica speranza:
venga il Tuo regno,sia fatta la
tua volonta’ come in cielo cosi’ in
terra,la terra diventi come il
cielo,essa stessa deve
diventare cielo.Nella Sua
volonta’ sta tutta la nostra
speranza.Imparare a pregare e’
imparare a sperare ed e’ percio’
imparare a vivere”. Come sempre la fede e’ un’ ancora di salvezza nel materialismo dominante ma  si puo’ trovare anche attraverso l’arte il senso della vita.La poesia non serve per comunicare la disperazione e la sconfitta,  perche’ non costruisce specchi ma li sfonda.Secondo il poeta polacco Milosz Czeslaw di fronte all’ impassibilita’ delle stelle rimane la speranza. In Dono dice:
“Un giorno cosi’ felice.
La nebbia si alzo’ presto,
lavoravo in giardino.
I colibri’ si posavano sui fiori del
quadrifoglio.
Non c’era cosa sulla terra che
desiderassi avere.
Non conoscevo nessuno che
valesse la pena d’invidiare.
Il male accadutomi,l’avevo
dimenticato.
Non mi vergognavo al pensiero
di essere stato chi sono.
Nessun dolore nel mio corpo.
Raddrizzandomi,vedevo il
mare azzurro e le vele”.

Accade e’ il secondo album solista di Francesco Bianconi dopo l’ esperienza ventennale con i Baustelle.Guarda caso il disco e’ uscito il 28 gennaio 2022 pochi giorni prima della famigerata kermesse sanremese,quasi a dire che l’ Italia canora e’ anche altro da quella che “si vede” nel teatro Ariston.Le dieci tracce sono una raccolta di cover di brani italiani piu’ o meno noti,composti o cantati da autori piu’ o meno importanti.Si va dalla poetica Ti ricordi quei giorni di Francesco Guccini (autore amato da Bianconi fin da ragazzo) ad una famosa Domani e’ un altro giorno resa celebre dall’ interpretazione di Ornella Vanoni fino al surreale rifacimento di Playa uno dei tormentoni estivi di Baby K. (per la quale si puo’ dire che anche una canzone in apparenza “facile” riarrangiata con cura esprime una dolce malinconia).Nella raccolta ci sono pure i brani scritti da Bianconi per Irene Grandi (Bruci la citta’ e La cometa di Halley). Domani e’ un altro giorno,cantata da Ornella Vanoni nel 1972,”e’ la cover di una cover,dato che anche l’ originale non e’ altro che la versione in italiano di The wonders you perform scritta l’ anno prima da Jerry Chesnut per Tammy Wynette.Ho sempre trovato fantastico il testo di Calabrese.Si e’ allontanato dal senso gospel dell’ originale ma ha scritto parole alternative che toccano l’ anima e la curano,come ogni buona canzone pop dovrebbe fare.E’ il pezzo rock dell’ album”.

megliodiniente

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