Ho ascoltato: Nel tempo che rimane
Artista: AHRI
Genere: Rock
Recensione di: Carlo Amedeo Coletta
Sì, lo ammetto, amo lo sport. In particolare amo il calcio. Se pensavate che dietro a una recensione ci fosse per forza uomo di mezza età, leggermente sovrappeso, con i capelli bianchi, dedito a una vita sedentaria, bè, con me siete proprio fuori strada. Per prima cosa i capelli proprio non li ho. Poi gioco ancora a calcio. Ecco, partiamo da questo. Ragionavo sul nobile sport nazionale di casa nostra, il calcio, e pensavo: ma in effetti, quanti sono i calciatori che ce l’hanno fatta? In sintesi, in Serie A, quanti ce ne sono? A spanne, di sicuro 11 per ogni squadra. Poi ci mettiamo i panchinari che magari non sono proprio campioni ma intanto stanno lì. Dite che ci arriviamo a 300? Non lo so, facciamo 300. Ecco, e tutti gli altri che giocano a calcio? Cosa sono? Semplici sportivi con poco da mostrare? Può essere.
Nell’arte, invece, il discorso cambia. Anche qui ci sono i campioni, figuriamoci! E poi ci sono gli altri. Se uno è artista, però, qualcosa da dare lo ha sempre. E infatti c’è una categoria a parte che nello sport non esiste: l’artista di nicchia. E per fortuna che ci sono gli artisti di nicchia! Sapete perché? Partiamo da lontano, anzi no, sennò finiamo domani. Sintetizziamo. Qualcuno diceva che non si può piacere a tutti e, sicuramente, aveva ragione. Il ragionamento, però, nasce dal presupposto contrario: voglio piacere a tutti ma non ci riesco, così mi serve una frase motivazionale per farmene una ragione.
Ecco, l’artista di nicchia esula da questo intrigo mentale. All’artista di nicchia, di fondo, del piacere a tutti non gliene importa proprio nulla. L’artista di nicchia tocca la vita con la propria arte, la mostra sotto un’altra veste, la sua veste. Se il risultato piace o meno, poco importa. Se piace a tanti, a pochi, ovunque o solo a Caprigliola, piccolo paesino sul confine tra Liguria e Toscana, è indifferente. Ecco, il valore dell’artista di nicchia è questo: la sua arte è gratuita, non esiste per conquistare consensi. Esiste perché è la maniera più efficace per esprimere la visione dell’artista in merito a qualcosa. Non c’è un interlocutore in particolare, potrebbe non esserci proprio nessuno a dire la verità. Chi incontra sulla propria strada questa modalità di espressione, però, sa che è arte, a prescindere dal trovarla più o meno piacevole. Ecco, vedi che l’artista di nicchia ha il suo perché, mentre il calciatore di nicchia non ha motivo di esistere? E c’è anche un motivo serio in tutti questo: se sei un artista che vuole piacere a tutti, certi argomenti non li tocchi, certe parole non le usi. Ti dirigi verso ciò che è più popolare e gradito alla massa, è ovvio. L’artista di nicchia non è così. Dall’alto della propria indipendenza intellettuale, può esprimere l’arte in qualsiasi ambito. Per fortuna l’artista di nicchia è spesso molto intelligente e sa che se certe cose non le tratta lui, non le tratterà nessuno. Per fortuna ci sono gli artisti di nicchia.
Ve ne presento una stasera, o stamattina, non so che ore siano lì dove state leggendo. Si chiama Arianna Vitale, in arte AHRI. Voce educata e grintosa, ritmi rockeggianti che non disdegnano neppure il blues. Arrangiamenti sempre curati. E poi? Tutto qui?
Certamente no! AHRI non è un’artista qualsiasi, lei è un artista di nicchia e quelli bravi li riconosci perché è un po’ come quando vai in Chiesa dopo tanto tempo: ci vai perché ne hai bisogno, cerchi qualcosa in particolare. Ecco, l’artista di nicchia lo cerchi quando ti serve qualcuno che parli come parleresti tu, urli come urleresti tu, veda il mondo come lo vedi tu in quel preciso momento. Capita a tutti di sentirsi fuori dal coro, fuori dalla massa, fuori dal mondo, soli. Ci sono anche momenti in cui vorresti, tu, essere fuori da tutto e tutti. Una colonna sonora, però, serve sempre. E quella di AHRI è la colonna sonora giusta perché parla “da” fuori dal mondo, “di” mondi e realtà che il mondo finge di non vedere perché sono scomodi, rattristano, non piacciono a nessuno. E AHRI usa il rock per parlarne, invece! Lei ci urla sopra per essere più forte di quel silenzio che a volte ti prende l’anima, convincendoti che non ci sia nulla di buono, là fuori, per te.
Nel suo ultimo album “IL TEMPO CHE RIMANE”, AHRI compone, in sette tracce, un viaggio che è talvolta fisico talvolta emotivo ed è sorprendente accorgersi che, alla fine, i due sentieri puntino verso il medesimo orizzonte. Nella piacevolezza dell’intero EP, c’è una canzone che mi ha colpito tanto, forse anche troppo in effetti, ma questo è un altro discorso. Di certo mi ha colpito almeno due volte, al primo e all’ultimo ascolto. Il brano si intitola “Una bambina” e avendone, io, due di bambine, il colpo emotivo è stato forse troppo importante per rimanere del tutto imparziale e distaccato. Pensate che parli di mamme, bimbe, parchi giochi e via dicendo? Non potreste essere più lontani dal vero. Vi dico solo che è ispirata da una storia vera, realmente accaduta. Voi andatevela ad ascoltare e vediamo se avrete lo stesso riverbero interiore che ho avuto io. Ve lo descrivo:
– Primo ascolto: dopo un iniziale piacevole avvio, a un certo punto mi son detto: no, vabbè, non si può sentire. Come si fa a parlare, in musica, di queste cose? Suona pure male
– Secondo ascolto: totale silenzio mentale, rifiuto emotivo di pensare.
– Terzo ascolto: ma perché la sto ascoltando di nuovo? Bè, perché la realtà è molto meno edulcorata di come ce la presentano ed è giusto che qualcuno si metta in gioco per parlarne
– Quarto ascolto: la musica è il “come dovrebbe essere” e le parole e il loro ritmo sono il “come è”. La distonia è esattamente il quadro che sto vedendo davanti ai miei occhi
Ecco, questo è un artista di nicchia, uno di quelli bravi. E AHRI la è davvero, vuoi per il proprio passato, vuoi per la sua sensibilità, vuoi per il grande talento nel comporre e cantare. Una geometria che non colpisce subito come le Hits del momento, destinate a morire nella memoria in breve tempo. Una geometria artistica che entra pian piano, scardinando la comoda visione del quotidiano, per rendere visibile ciò che non deve essere visto. Come in Matrix. Pillola rossa o pillola Blu? Fate la vostra scelta, dipende cosa volete vedere e se volete tornare a vedere.
Viva gli artisti di nicchia! Viva AHRI
AHRI Arianna Vitale