NELLA RAGNATELA Intervista a Carmelo Delle Rose degli Animanoir

A cura di Riccardo Gramazio_Ricky Rage

Dal 24 febbraio è disponibile il primo album degli Animanoir, gruppo alternative rock pugliese. La Ragnatela è un lavoro profondo e introspettivo, praticamente un concept dedicato al viaggio intimo che ogni individuo, prima o dopo, è obbligato a compiere. La band propone allora il proprio punto di vista sonoro, la propria tessitura, e il risultato è particolarmente piacevole. Le influenze internazionali del rock, miscelati al buon cantautorato italiano, funzionano piuttosto bene e il primo singolo estratto, Un Modo Semplice, sembra già raccontarlo. Ne parliamo direttamente con Carmelo Delle Rose, chitarrista e autore principali dei brani.

Ciao, ragazzi, benvenuti sulle nostre pagine. Breve presentazione della band e via con le prossime domande…

Gli Animanoir sono una band di Lecce nata nel 2019 per una passione comune, quella di creare un sound e delle canzoni che riflettessero le nostre influenze internazionali, mantenendo forti le radici di armonia e melodia del cantato in italiano

Il vostro primo album è finalmente disponibile. La Ragnatela raccoglie la vostra attuale visione del mondo, ma anche una serie di momenti più intimi e personali. Cosa rappresenta per voi questo album?

Il disco è una sorta di concept, un viaggio interiore per raccontare un’ esperienza di disgregazione e rinascita, di colpa e di speranza, ma soprattutto di accettazione di sè stessi, malgrado tutto.

Metaforicamente parlando, la ragnatela ha un valore forte e se vogliamo poco rassicurante. Una tessitura complessa molto simile al pensiero, alla vita. Amore e speranza, quindi, ma anche delusione, rimpianto, fallimento. Ripeto, la vita è in fondo una ragnatela. Soltanto una mia riflessione o concettualmente ci ho preso?

Assolutamente. Chi non si è mai sentito come un insetto incollato a pancia in su sulla ragnatela in attesa dell’ inevitabile? Ma poi, spesso, il mostro, l’ insetto grosso è meno pericoloso e letale di quanto si immagini.

A livello sonoro è possibile ascoltare parecchie cose. Il vostro è un rock alternativo per nulla scontato. Quando avete trovato la strada giusta?

La stiamo cercando. Grazie, comunque. In sala, quando arrangiamo i pezzi, siamo molto severi con noi stessi. Abbiamo molto rispetto verso la storia del rock in generale. E quindi, sempre con molta umiltà, se una frase o una canzone non ci convincono o non ci calzano addosso, preferiamo scartarle.

Chi ha collaborato in studio con voi? E come sono andate le cose?

Il disco è stato scritto da me e arrangiato da tutta la band, ma nonostante avessimo ricevuto diverse offerte da produttori esterni, per La Ragnatela abbiamo preferito fare tutto in famiglia. Questo non esclude che si possa decidere di farci affiancare per i prossimi dischi da un produttore esterno.

Il primo singolo estratto è Un Modo Semplice. Parliamo di una canzone godibilissima e accattivante, di una power ballad dal gusto internazionale e, sbilanciandosi, di metà ‘90. La scelta è sicuramente molto azzeccata, ma vorrei sapere la vostra?

Grandi, grandissime discussioni sulla scelta del primo singolo, ma poi alla fine ha prevalso il buon senso di far sposare la canzone più adatta al videoclip, forse quella con il giusto appeal radiofonico.

E poi ci saranno altri videoclip per spostare l’ attenzione e mostrare altre facce della band.

La sesta traccia del lavoro è Che Ci Fai, perfetta per il live. Un rockettone accattivante che alla gente piacerà sicuramente. Come è nata questa e a chi è rivolta?

Non si può dire, ma in realtà è dedicata a tutti i temporeggiatori del mondo, me compreso. A chi pensa: «Decido domani…»

Difficile in ogni caso estrarre canzoni in particolare, tutte hanno da dire. Funzionano tutte, dalle più tirate alle ballad. Ditemelo voi, allora: quali sono quelli che preferite? Dai, tutti noi autori ne abbiamo…

Per me sono tutte come figli. Forse il battito aumenta un po’ di più quando suoniamo Ragnatela e Senza Rete.

Le vostre influenze e i dischi che più hanno condizionato il processo creativo? Io ho qualche idea…

Ommadonna! Il background della band è troppo vasto e sfaccettato. Quindi provo a rispondere solo per me, che sono un ascoltatore vorace e onnivoro degli ultimi sessant’ anni di rock. Vediamo: Radiohead, Alice in Chains, Pink Floyd, Tool, Smashing Pumpkins, Anathema…

Vi state organizzando per la promozione live del disco?

Sì, abbiamo dei live già schedulati e altri che speriamo possano darci la gioia di portare le canzoni a chi avrà voglia di seguirci, soprattutto nei quattro o cinque mesi estivi.

Alka Record Label ci propone sempre ottima musica e siamo contenti della collaborazione. Come vi siete trovati con l’etichetta?

Molto bene. Max e il suo staff sono sempre molto disponibili e hanno le idee molto chiare sulla identità della musica da distribuire, da promuovere, sempre attenti alla qualità.

Una cosa che non vi ho chiesto?

L’ età. Lo apprezzo molto.

Salutate a modo vostro i lettori di MDN e allegate tutti i vostri link…

Dio salvi chi ha a cuore la passione per fare, ascoltare e respirare musica.

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Gli Animanoir sono:

Enrico Castigliani – Voce