A cura di Riccardo Gramazio_Ricky Rage
Il nome Diane Warren onestamente non sembra in grado di smuovere chissà quale pensiero a moltissime persone, appassionati seriali e attenti ascoltatori compresi. Assurdo, in effetti, perché sto scrivendo, numeri e incisioni alla mano, dell’autrice di canzoni più prolifica della storia, di una signora del ‘56 capace di vincere una caterva di premi parecchio importanti e di finire nella Songwriters Hall Of Fame. In effetti, basterebbe dare un’occhiata alla lista di titoli da lei firmati, tantissimi dei quali di stratosferico successo, per rendersene conto. E di conseguenza, spulciando il catalogo, ci ritroviamo ad associare al nome, una bordata di pezzi famosissimi e presenti tra l’altro in decine di film. Non è così semplice esprimere il concetto, ma per essere più diretti e concisi, lei sembrerebbe di gran lunga meno popolare delle sue stesse canzoni, soprattutto qui in Italia. Provate l’esperimento, se volete, andate a chiedere in giro, anche ai meno sospetti. Chi è Diane Warren? Poi, di fronte ai vari boh, canticchiate qualche brano fuorisciuto dalla sua testa. Mi darete ragione… Eppure la Warren è nella Hollywood Walk Of Fame Star, si è guadagnata un Oscar Alla Carriera, è osannata e richiesta, affida le sue composizioni a big internazionali.
Strana la vita degli autori, vero? Nelle nostre orecchie finisce solo chi canta e chi suona! Ecco spiegato perchè il nome di Diane Warren al popolo non dice così tanto. Esempi: If I Could Turn Back Time del 1989 per Cher, Because You Loved Me del 1996 per Celine Dion 1996 o There You’ll Be del 2001 per Faith Hill. Qualche altro suo pezzo è stato reso famoso anche qui da noi, da Laura Pausini o da Giorgia.
Va bene, calmi! Lo so, sto parlando di voci distanti dal rock e che non appartengono al nostro background musicale. E lo so, questa rubrica dovrebbe essere dedicata ad altri generi e ad altri personaggi. Va bene, calmi! Volevo solo arrivare a parlare di un altro brano famoso, molto famoso, composto dalla signora Diane Warren, anche nota come Queen of the Ballad.
I primi versi dicono tutto.
I could stay awake just to hear you breathing,
watch you smile while you are sleeping,
while you’re far away and dreaming.
Esatto, trattasi di I Don’t Want To Miss A Thing degli Aerosmith, pezzo presente nella colonna sonora del fantascientifico e… ma sì, anche commovente Armageddon del 1998. Dai, quante volte abbiamo visto la pellicola diretta da Michael Bay, con protagonisti Bruce Willis, Ben Affleck e proprio la bella figlia di Steve Tyler, Liv?
Cinque, sei o dieci? Sì, è una americanata, un colossal con un cast stellare, pieno di azione e di effetti. Un asteroide cattivo pronto a distruggere la terra e un gruppo di trivellatori pronti a salvare ogni cosa. Si rimane incollati allo schermo, che ci piaccia o no, si ride, si sobbalza dal divano qualche volta e alla fine, se presi bene, si frigna un pochino anche grazie alla produzione degli Aerosmith. La mitica band di Boston mette di fatto le mani sul brano scritto dalla Warren (inizialmente concepito per Celine Dion) e incide un classico, seppur riuscito, ballatone pieno d’amore e di intensità, perfetto per i sentimentali. Arrangiamento morbido, ma comunque rockeggiante e la voce favolosa di Steven Tyler a raccontare traporto, adorazione e dolcezza.
Don’t want to close my eyes.
I don’t want to fall asleep
‘cause i’d miss you baby
and I don’t want to miss a thing.
I Don’t Want To Miss A Thing nel 1999 si aggiudica la candidatura come miglior canzone agli Oscar del 1999, giusto un anno dopo aver ricevuto quella di peggiore ai Razzie Awards. Dunque, non che me ne fotta molto dei premi o dei riconoscimenti, tutt’altro, ma in effetti la canzone muove da sempre pareri estremamente discordanti tra loro: molti fans del gruppo la detestano, mentre milioni di romantici e di romantiche non possono davvero farne a meno, ve lo assicuro. Io personalmente lo ritengo un bel pezzo, sempre piacevole da ascoltare, anche se gli Aerosmith, i veri Aerosmith sono sicuramente ben altro…
Ciò che mi fa più innervosire casomai è il fatto che molta gente conosca la band esclusivamente per I Don’t Want To Miss A Thing, tra l’altro scritto dalla signora Diane Warren e nemmeno da Tyler e soci, che di grandissime canzoni ne hanno sfornate a decine.
I numeri dicono però sempre cose: maggior successo della carriera degli Aerosmith, debutto al primo posto nella Billboard Hot 100, prima volta per una rock band, e videoclip con le immagini del film continuamente in rotazione.
La ballad, oltre che nel disco ufficiale di Armageddon, è contenuta nella ristampa del 1998 di Nine Lives, dodicesimo album del nostro amato gruppone, pubblicato nel marzo dell’anno precedente. Della serie, battere il ferro finchè e caldo…