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“Punti Deboli”, il nuovo EP di Manco

“Punti Deboli”, fuori il nuovo emozionante EP di Manco

Artista
Manco
Titolo
Punti deboli
Etichetta
Autoprodotto
Data di rilascio
12/12/2024
Anno
2024
Clicca qui per aprire la cartolina

 

Fuori dal 12 dicembre “Punti Deboli“, il nuovo EP di Manco disponibile su tutti i digital store. Cinque canzoni che si muovono tra le sfumature di di blues-rock, folk, soul e cantautorato. Cinque canzoni che raccontano i punti deboli dell’artista riuscendo a coinvolgere ed emozionare.

Storie personali che diventano universali, raccontate ognuna con un sound che spazia tra le varie American Roots collegate tutte da un fil rouge sonoro: la voce dello stesso cantautore e il suo modo di scrivere. Quasi tutti i brani sono usciti come singoli, tranne “Stupidi”, una piccola perla che Manco lascia a chi vuole prendersi un momento per sé. Un brano in acustico: chitarra acustica, rullante, contrabasso e voce.

Ma ogni brano a modo suo lascia il segno. Abbiamo “Mai Abbastanza” e “Sirena” con i ritmi più accattivanti dove si mescolano southern rock, pop e blues. Alternati a canzoni più malinconiche come “Contro di me” e “Proiettile”.

Punti Deboli è una album che è nato da una serie di esigenze musicali ed espressive. Prima di tutto riportare in una forma concreta e con nuove composizioni, quello che era diventato il mio progetto dal vivo. Ovvero un power trio che spazia dal blues, al rock, al funk, al folk più acustico, cantando canzoni energiche o malinconiche in italiano.

Poi quella di scrivere canzoni più dirette, più viscerali, in qualche modo anche più semplici nel loro messaggio, ma che riuscissero in qualche modo a sposare un sound raro se non unico per il songwriting italiano.

Senza rendermene conto, le canzoni messe una in fila all’altra e che non sembravano avere una coerenza di contenuti, ce l’hanno avuta. Il loro senso è stato racchiuso appunto nel titolo dell’EP. Ogni canzone parla di un punto debole, passato, presente, futuro, possibile”, così Manco descrive il proprio disco.

Tutto l’EP è stato prodotto da Massimo De Vita (Blindur) presso il Cicaleto Recording Studio (Negrita) di Arezzo, registrato completamente in presa diretta in Trio, missato e masterizzato da Paolo Alberta (Negrita, Ligabue).

 ASCOLTA SU SPOTIFY: https://open.spotify.com/intl-it/album/14TVh6P25zZekUKSYtw8j6

Track by track

Sirena

Una canzone energica e sensuale, in cui si fondono rock, blues e un groove soul ed in cui ho provato a raccontare una storia passionale e misteriosa.

Il riff che strizza l’occhio alla tradizione blues-rock, mi ha fatto pensare a uno dei temi tipici del blues, l’attrazione sessuale o amorosa distorta dalla magia Voodoo. Il primo brano che mi è venuto in mente è stato “I got my mojo workin” di Muddy Waters, in cui il protagonista dice che in realtà il mojo (l’amuleto voodoo) in questione, non funziona per far innamorare di se la donna di cui lui è innamorato. “I’m going down to Louisiana to get my mojo hand” [vado in Lousiana a prendere la mia mano di scimmia (un tipo di amuleto voodoo)]. E poi nel ritornello “I got my mojo workin’, but it just won’t work on you” [ho il mio mojo workin’ (l’amuleto voodoo), ma non funziona su di te]. Così mi è tornata alla mente una passata relazione, in cui per alcune notti ho pensato veramente che la donna in questione avesse effettuato qualche incantesimo su di me, e che l’attrazione non fosse autentica ma veicolata da qualche pratica misteriosa.

Calzava a pennello con la fusione che da sempre provo a fare tra il songwriting italiano e le american roots, ma mancava il tocco finale. Da buon Mediterraneo ho pensato a quale fosse l’immagine mistica e mitologica nella nostra cultura legata all’attrazione emotiva e sessuale e l’immagine della Sirena è stata la metafora inevitabile per raccontare questa esperienza personale, a metà strada tra il Mar Mediterraneo e il Mississippi.

Contro di me

Una ballad blues-rock in 6/8, dal retrogusto soul e dal mood malinconico.

Qui mi sono spostato verso un ambiente più morbido, con più pathos, con reference più moderne, da John Mayer ad Ariel Posen (i miei chitarristi/songwriter moderni preferiti). L’armonia è leggermente più ricercata, la dinamica e il tocco più precisi e raffinati, il solo di chitarra slide leggero e delicato come un pianto, per raccontare la più grande delle battaglie: quella contro noi stessi. Mi ritrovo spesso ad essere il peggior nemico di me stesso, il giudice più severo, il più esigente e quello che si punisce più duramente quando fallisce e quando sbaglia. Ho riversato tutta la tristezza e la rabbia contro le aspettative mal riposte, gli obiettivi non raggiunti, le ansie limitanti. Ho pensato che questo sensazioni, questo auto sabotaggio fosse abbastanza comune nella mia generazione e quindi l’ho sentito oltre che come una necessità quasi un dovere provare a raccontarlo in musica.

Mai Abbastanza

Mai Abbastanza è stata l’ultima canzone ed essere stata scritta dell’EP, rispetto alle altre che erano nel cassetto da 2 o più anni, e ha preso il posto di altre che ho scartato. E’ nata da due esigenze espressive che si sono trovate a convivere dentro di me nello stesso momento: scrivere una canzone che avesse più groove, si spostasse verso regioni più funky e soul ma mantenendo una vena blues rock nel chitarrismo, e con una melodia ritmata e leggera parlasse della Sindrome dell’Impostore. Per me questo brano è gemello di “Contro di me”, ma più che parlare delle battaglie interiori, sposta il focus su quel che non ci si riconosce e non ci si concede e su come la struttura sociale in cui è nata e cresciuta la mia generazione ci abbia in parte portato a essere così: sempre in ansia, sempre con la paura di non essere abbastanza, che sia necessario raggiungere un risultato sempre più grande senza mai riuscirci, sempre dietro ai numeri, ai traguardi, sempre a rincorrere la perfezione. Esprime proprio questo semplice malcontento, anche se do il mio massimo, ogni giorno, mi impegno a dire il meglio di me, non è mai abbastanza per raggiungere gli obiettivi che voglio raggiungere…o che la società mi ha inculcato che sia giusto io raggiunga?

Proiettile

Una canzone blues-rock ruvida ed energica, con sfumature southern e richiami alle colonne sonore western di Ennio Morricone, è nata in parte in sogno, evento che avevo sempre letto nelle interviste e nelle biografie di altri autori ma che non avevo mai sperimentato. Durante il lockdown, dovendo passare molto tempo in casa, ho avuto la possibilità di dare molto più spazio al mio lato nerd e giocare molto ai videogames, in particolare a Red Dead Redemption 2: uno dei giochi più fighi mai realizzati. Storia e personaggi dai migliori film western, atmosfera country e grande soundtrack, il mix perfetto per un nerdone appassionato di american roots come me. In quel periodo avevo sotto le mani un giro armonico, molto semplice, ma che per me creava un’atmosfera western, ma volevo la storia giusta da raccontare. Una mattina, dopo aver giocato fino a tarda notte la sera prima, mi sono svegliato con mezzo testo sognato e chiaramente ispirato al videogame. Alla fine del giorno successivo, avevo il testo finito e il primo provino casalingo terminato (una velocità molto rara per me). Una canzone ispirata al personaggio di un videogame, una storia western di redenzione e sopravvivenza, cruda e non a lieto fine, che potrebbe essere tranquillamente la storia di qualcuno ai margini della società nei giorni nostri.

Stupidi

Una canzone che ho scritto un po’ di anni fa, alla fine di una relazione, e che è rimasta nel cassetto per molto. Inizialmente non volevo inserirla nell’EP, poiché volevo dare più spazio al trio di esprimersi in versione “elettrica”, con più blues, funk e rock. Però questa canzone la sentivo molto e ho pensato che il mood folk/ballad romantico fosse comunque parte della mia espressione e dovesse avere un suo spazio in questo EP, così ne abbiamo fatto una versione completamente acustica, chitarra acustica e voce, contrabasso e rullante con spazzole, sempre in trio. La canzone è nata da una relazione, finita bene, senza strascichi, senza odio e brutte separazione, anzi, la persona in questione è rimasta una mia cara mica, ma nonostante c’ho l’amarezza resta, la mancanza, la consapevolezza che gli sforzi e i tentativi non sono comunque stati abbastanza per salvare qualcosa. Così, in un sabato mattina, mentre giocavo con l’acustica (la stessa Parlor con cui l’ho registrata) in accordatura aperta, prima di pranzo c’erano due accordi buttati li e una melodia in finto inglese, verso la fine del pomeriggio una canzone intera dove prima non c’era niente. Stupidi in realtà ha per me un significato affettuoso, non offensivo, verso quella ingenua ottusità dettata dai sentimenti, dall’affetto, che non ti fa vedere quando qualcosa non sta funzionando, non sta andando, e ti fa continuare a provare, a insistere, facendosi solo dell’altro male.

https://www.tiktok.com/@mancosonoio

https://open.spotify.com/intl-it/artist/1QIBw830D6lIdUj0ZQMBj6

https://www.instagram.com/mancosonoio/

https://www.youtube.com/channel/UCjGGPDaQuTnVQyE_CadEY7Q

Biografia

Manco è un artista che ama muoversi tra generi diversi. Le sue radici blues e southern rock si mescolano a un soul ricco di groove e un folk ruvido e malinconico.

Il suo viaggio nella musica inizia nel 2013 quando pubblica il suo primo album autoprodotto “Ok…il momento è giusto” che lo porta come finalista a Rock Targato Italia. Apre così i concerti di Giovanni Truppi, Riccardo Sinigallia e I RIO.

Nel 2019 esce il suo secondo album “Sedicinoni”, con il featuring di Gennaro Porcelli (Edoardo Bennato, Blue Stuff) alla chitarra slide. Il disco riceve il riconoscimento alla produzione agli Stati Generali della Musica Emergente Suoni Giovani del Sud del MEI.

Tra una pubblicazione e l’altra Manco si dedica moltissimo anche alla performance live. Nel 2024 inizia a pubblicare diversi singoli che fanno parte del suo terzo album “Punti deboli”, in uscita il 12 dicembre. Cinque canzoni, di cui un’inedito, che spaziano tra generi diversi portando l’ascoltatore in un viaggio sonoro.

Ascoltando le sue canzoni, salta all’orecchio il contrasto tra le radici d’oltre oceano del suo sound e il songwriting di pura tradizione italiana. Una fusione che spinge Manco in un territorio di ricerca e contaminazione unico e personale.

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