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RABIOT RINNOVA, CUADRADO SALUTA: ALLEGRI PLASMA LA NUOVA JUVENTUS

Per un “Cavallo pazzo” che resta, c’è un “Panita” che se ne va.
La dantesca legge del contrappasso si applica anche al calciomercato della Juventus in questa estate 2023.
Quella del 27 giugno scorso è stata una giornata dal sapore agrodolce per i tifosi bianconeri: l’annuncio del rinnovo contrattuale di Adrien Rabiot (prolungamento di un anno, ndr) ha fatto da contraltare alla conferma dell’addio di uno degli emblemi della storia recente della Vecchia Signora, Juan Cuadrado.
Il laterale colombiano, dopo un’ampia parentesi zebrata, inaugurata nel 2015 e sospesa nel 2016 per un paio di mesi, utilizzati dall’allora dirigenza juventina per raggiungere un’intesa con il Chelsea per il rinnovo del prestito del giocatore (poi riscattato nel 2017), non farà parte della rosa a disposizione di Massimiliano Allegri per la stagione 2023/2024.
Se, da un lato, l’ultima annata di Cuadrado all’ombra della Mole Antonelliana non è stata esattamente all’insegna della continuità, soprattutto in fase difensiva, non si può neppure trascurare l’impatto devastante avuto dall’esterno sui trionfi del club sabaudo, anche nei frangenti più ardui. Parlano, per lui, i numeri: 26 reti in 314 presenze con indosso la casacca di Madama e un palmarès che consta di 5 scudetti, 4 Coppe Italia e 2 Supercoppe Italiane.
Il 35enne di Necoclí è spesso risultato decisivo in questi anni: dal gol in scivolata all’ultimo minuto nel derby contro il Torino del 31 ottobre 2015, quello che diede ufficialmente il via alla rimonta bianconera in campionato dopo una partenza horror, alla prodezza balistica in UEFA Champions League ai danni dell’Atlético Madrid; dal centro “olimpico” in Serie A contro il Genoa direttamente dalla bandierina al tiro-cross velenoso che propiziò l’autorete di Škriniar per il momentaneo 2-2 nella sfida contro l’Inter a San Siro del 28 aprile 2018 (quella gara terminò 3-2 per i futuri campioni d’Italia, con esultanza all’89’ di Higuaín).
La gratitudine nei confronti di Juan Cuadrado sarà eterna e l’Allianz Stadium sarà sempre la sua casa.
In tal senso, a vestire i panni di “coinquilino” per altri dodici mesi sarà Adrien Rabiot, divenuto ormai un punto fermo dello scacchiere di Massimiliano Allegri. Proprio quando la sua avventura torinese sembrava agli sgoccioli, ecco che il numero 25 ha deciso di rinnovare il suo contratto con la società della Continassa: una “scelta di cuore”, ha spiegato il transalpino nel video ufficiale registrato per i canali social della Juventus.
E dire che i primi anni dell’ex PSG in bianconero non erano stati indimenticabili: il centrocampista pareva essere la copia sbiadita del giocatore ammirato sul manto erboso del “Parc des Princes”, venendo quasi risucchiato nella tonnara di mezzo senza riuscire a offrire spunti degni di nota.
La svolta è giunta dopo lo stop del calcio per la pandemia di Coronavirus: i primi segnali del nuovo Rabiot sono arrivati infatti nel match a porte chiuse (perso dagli uomini di Sarri) contro il Milan, per mezzo di una cavalcata inarrestabile culminata in una rete di pregevole fattura.
Da allora, “Cavallo pazzo” ha cambiato marcia, fino a trovare la sua definitiva consacrazione nella stagione appena archiviata, in cui ha raccolto 48 presenze complessive ed è andato persino in doppia cifra in termini realizzativi, con 11 gol siglati (8 in Serie A, 2 in Champions League, 1 in Europa League).
Adrien ha riconquistato la fiducia dei sostenitori zebrati sul campo, peraltro sorpassando alcuni pilastri della storia del club piemontese: con 177 partite disputate, il francese ha collezionato più apparizioni rispetto ai vari Tudor, Vidal, Ravanelli, Pirlo, Mandžukić. Non solo: con la maglia della Juventus ha battuto i portieri avversari più volte dei vari Edgar Davids, Christian Vieri, Claudio Gentile, Gianluca Zambrotta, Vladimir Jugović.
La permanenza di Rabiot consentirà ad Allegri di plasmare la nuova Juventus ripartendo da un prezioso punto fermo, a cui si andranno ad aggiungere ulteriori tasselli che il calciomercato porterà eventualmente in dote. Cessioni permettendo, naturalmente: Arthur, McKennie e Zakaria, di ritorno dai rispettivi prestiti in Premier League, non rientrano nel progetto e si tenterà di adoperarli come pedine di scambio o, in alternativa, per ricavare denaro da reinvestire su profili che si addicano all’idea tattica del tecnico livornese. Per ritornare a esultare insieme, per ritornare a vincere.
Ché, alla Juve, non è importante: è l’unica cosa che conta.

di Alessandro Nidi

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