Articolo di Riccardo Gramazio
1 dicembre 1976, ore 18:00 circa. Gli inglesi hanno voglia di rilassarsi prima di cena, sedendosi comodamente sul divano e seguendo, magari, un interessante talk show. Il canale locale Thames Television propone il programma Today, condotto da Bill Grundy, giornalista e presentatore con discreto curriculum, ma destinato a entrare nella storia della televisione britannica proprio grazie alla fantastica performance che mi appresto a rammentare. Che simpaticone, il vecchio Grundy, un idolo vero, che ci piaccia o no…
A causa di un inconveniente (problemino dentale per Freddy Mercury?), i Queen, gli attesissimi ospiti della puntata, non possono presentarsi in trasmissione, ma lo spettacolo deve comunque continuare. La situazione è critica, davvero critica, e qualcuno deve assolutamente tappare il buco. La EMI corre ai ripari, spedendo un giovane gruppo da poco entrato nel rost della mitica etichetta. Beh, e Bill Grundy è ben disposto ad accogliere in studio una band fresca, promettente e portavoce del nuovo movimento punk. Nulla di così strano, in fondo: una brevissima intervista di presentazione, qualche scambio di battute e via, tutti a casa. Che simpaticone, il vecchio Grundy! Nulla può andar storto con dei ragazzini, magari impacciati ed emozionati. Già, ma i ragazzini in questione si chiamano Johnny Rotten, Steve Jones, Glen Matlock e Paul Cook. Insieme compongono semplicemente i ferocissimi Sex Pistols. La band è alticcia, più che alticcia, e Grundy coglie subito la palla al balzo, sottolineando il tasso alcolico all’interno del salotto. Il presentatore desidera poi sapere di più sulle 40.000 sterline previste dal contratto con la casa discografica e incassate dalla band. Chiaro, è una sorta di provocazione. Del resto i Sex Pistols disprezzano e non poco le istituzioni, i capitalisti e i poteri in generale. Jones risponde comunque alla frecciata. «Le abbiamo fottutamente spese tutte, non è vero?»
Rotten sputa qualche parolina di troppo, ma la faccenda precipita realmente solo qualche istante dopo, quando Grundy inizia scherzosamente a flirtare con la cantante Siouxsie Sioux, altra ospite dello show. Jones non bada a spese: sporco bastardo, vecchio porco e mascalzone del cazzo sono solo alcuni degli insulti lanciati al malcapitato presentatore, un autorevole padrone di casa di colpo incapace di reggere l’urto violento, volgare e irrisorio del gruppo.
L’episodio scandalizza parecchio il popolo inglese e i giornali dedicano parecchio spazio ai cattivi proclami del punk. Seguono proteste, polemiche e rimostranze.
La carriera del povero Grundy, dopo l’inevitabile annullamento del programma, va letteralmente a farsi benedire, mentre quella dei Pistols assume contemporaneamente volti differenti. Se da un lato l’episodio è sinonimo di grande pubblicità per il gruppo e per il fenomeno punk, dall’altro promette ostilità, problemi e avversità di ogni tipo. Molti concerti dell’Anarchy Tour vengono infatti cancellati dalle autorità e, nel giro di poco, la EMI, stanca dei continui casini combinati da Rotten e soci, strappa il contratto con i giovanotti.
E pensare che la baraonda non è ancora ai massimi livelli. D’altronde manca giusto un dettaglio, una lieta precisazione. Avete capito, ne sono certo: Sid Vicious non è ancora entrato in formazione…
Risse, devastazioni varie, censure, ulteriori date annullate e interventi costanti delle forze dell’ordine. Come suona? Brutalmente anarchico, direi.
I Sex Pistols si separano nel 1979, ma la loro importanza a livello sociale e culturale è qualcosa che supera di gran lunga la storia stessa. Punk, dannatamente punk. Oppure, ricordando il celebre titolo del Daily Mirror, osceno e furente.