Recensione di Croce Benedetto
Ho letto questo libro e il primo aggettivo che mi viene in mente è ”originale”. Il secondo probabilmente è ”fuori dagli schemi”. Uno è una raccolta di pensieri, e verso la fine, anche di qualche poesia e/o canzone. È un libro Punk, come qualcuno lo ha definito prima di me, ma anche psichedelico direi. Gli argomenti si susseguono senza un filo logico in una raccolta eterogenea. È un libro che parla di calcio (in particolare della Juventus) ma anche di politica e di musica. È un libro che si può leggere d’un fiato o che si può abbandonare appena aperto esclamando: ”Ma che è sta roba?”. È un libro che si può amare e rimanerne affascinati così come non capirci nulla. Sicuramente è un esperienza di lettura non convenzionale. Avevo letto qualcosa di simile in scritti di Stefano Benni, anche se Benni probabilmente è più umorista mentre Ricchiuti, almeno in questo libro, mi pare di poter dire appare decisamente più tagliente. È un libro che non le manda a dire e che si dissocia totalmente dall’imperante politically correct. Ci sono decisamente molti giudizi su cose e persone che non incontreranno il gusto del lettore. Non si potrà dire che Ricchiuti non sia sincero o pecchi di buonismo. D’altronde l’autore una volta aveva una rubrica dal titolo ‘L’infame Ricchiuti”, di conseguenza non è persona dal cercare né approvazione, né facili simpatie; men che meno applausi. I capitoli, presi singolarmente, sono tutti eccellenti e godibili, alcuni, come quello su Pantani, finanche emozionanti e commoventi. Presi nell’insieme potrebbero anche esser un po’ pesanti. Un turbinio di parole, di frasi, di slogan. Ecco potrebbe esser un esercizio di resistenza legger questo libro tutto d’un fiato. Io l’ho fatto e voi?