Articolo di Alessandro Magno
E’ stato uno scudetto difficile. Probabilmente il più difficile. Forse anche bello per certi versi, certamente combattuto. Molti sono stati i demeriti nostri questo va detto, molti match point sono stati sprecati e spesso quando gli altri zoppicavano, non siamo stati abbastanza decisi nell’allungo. Molte sono state le difficoltà oggettive, da un allenatore che è arrivato in colpevole ritardo per colpa della società che lo ha scelto ad estate inoltrata, alla difficoltà di iniziare una stagione senza questo allenatore che dopo poco si è ammalato ed è stato fuori gioco per parecchio, al Covid che ha penalizzato certamente un poco tutti rimescolando le carte ma di fatto ha ”incasinato” soprattutto la vita a noi che eravamo gli unici che avevamo qualcosa da perdere. A conti fatti i nostri competitor hanno fatto tutti un gran campionato e un gran risultato. L’Inter il record di punti post Mourinho, la Lazio tornata in Champions dopo 13 anni, l’Atalanta ”fidanzata d’Italia” che si è ripetuta rispetto all’anno scorso e che si gioca un secondo posto. Ripeto in questa situazione gli unici che avevamo tutto da perdere eravamo noi. Ecco perchè sono molto felice per questo scudetto. Intanto poi gli scudetti sono come i figli e gli si vuole bene a tutti indiscriminatamente, anche se ormai ci siamo abituati e li festeggiamo in modo soft. Gli altri si stupiscono che non facciamo i caroselli ma è come uscire tutte le sere con una bella donna e uscirci una volta ogni morta di Papa. Quello che per loro è un evento per noi è l’abitudine. Devo dire che comunque è una piacevolissima abitudine.
Ora il pensiero va in primis alla Champions dove bisogna sperare molto nello ”scompaginamento” della situazione e in Cristiano Ronaldo. Credo che la sua fame e il fatto di giocarla in casa sua potrebbe essere un arma in più. Se Ronaldo dovesse ripetere quanto fatto altre volte con il Real ovvero un bel gruzzolo di gol nella fase a eliminazione diretta, noi potremmo avere anche delle speranze, altrimenti la vedo davvero dura. La nostra ormai atavica fragilità mentale e quindi difensiva non fa essere molto ottimisti. Se si è stati capaci di prendere 4 gol dal Milan o 3 dal Sassuolo in 30 minuti e per giunta in rimonta, non oso pensare contro squadre come Real, Barcellona o Bayern cosa potrebbe capitare. Dio ce ne scampi. Sempre ovviamente a patto che si passi con il Lione, perchè ad oggi non prendere neppure un gol dal Lione appare tutt’altro che utopia.
E veniamo ai rumors su Sarri. La festa scudetto è stata una bella festa e devo dire con scene belle e anche un poco commoventi da parte dei giocatori e del mister. Sarri mi pare sia entrato nel cuore della squadra nonostante i suoi limiti caratteriali e tutte le sue contraddizioni. Ci sono state scene davvero di una bellezza umana considerevole secondo me che han fatto vedere uno spogliatoio tutt’altro che spaccato. Eppure da oggi a Torino si sono accesi dei rumors sulla permanenza del mister per l’anno venturo. Pare che la Juventus nei panni del suo Presidente non sia poi così convinta di questo nuovo corso. Io dal canto mio devo dire troverei alquanto strano un esonero del mister, soprattutto alla luce di uno scudetto vinto e dei tre anni di contratto. Credo che la riconferma in questa situazione dovrebbe esser un fattore alquanto scontato. Se poi ci mettiamo che le soluzioni alternative più attendibili potrebbero esser Spalletti o Allegri la cosa mi fa essere ancora più stranito. In entrambi i casi significherebbe rivoluzione morta e sepolta questo mi sembra chiaro. Ora detto che a me della rivoluzione frega meno di zero e mi basterebbe che Sarri riuscisse a metter in campo una squadra un poco più coesa e meno ”allegra” in fase difensiva, troverei davvero curioso che la Juventus rinunciasse dopo appena un anno a un progetto in cui sembrava davvero credesse. A meno che non ci si sia resi conto di non essere in grado di accontentare questo mister sul discorso mercato e nel rivoluzionamento della rosa e quindi occorra nuovamente un gestore che faccia con quello che ha, o che non fosse lo stesso Sarri a essersi reso conto che questa avventura è davvero troppo stressante per lui.