Le mie finestre sono quelle
dischiuse dal sole,
da mill’albe sopite,
da notturne speranze;
sono visioni
d’occhi bambini traditi
tra le dita delle imposte —
capricci malati
con voci profonde
e mani a nasconderle.
Vedi, ci sei anche tu,
un profilo nitido
per quel poco che basta:
ho bruciato
quel tuo guizzo d’eterno
annidato tra i rami:
Era il mio sonno
un rimpianto tardivo
nei tuoi capelli appassiti.

(Ignazio Cancellu)

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