A cura di Riccardo Gramazio_Ricky Rage
Esattamente come nome suggerisce, gli Oil On Canvas da Trento, duo composto dal cantante Valerio Bazzanella e dal chitarrista/arrangiatore Marco Carner, amano comporre canzoni quasi fossero quadri. Ascolto e visione, elementi cromatici ed emozioni profonde, immagini e parole. L’ultimo Red chiude la speciale trilogia dei colori, iniziata nel 2009 con il primo album Dinamica Stasi. Il rosso, questa volta, tinta intensa e rovente, nel bene e nel male. Gli Oil On Canvas raccontano ciò che vedono e che sentono, affidandosi alla new wave, al pop elegante e alla buona tradizione cantautorale. Il risultato, oltre a rendere orgogliosi gli autori di sicura saprà soddisfare anche moltissimi ascoltatori. Prendetevi tempo dunque e, dopo aver letto l’intervista, mettete su questo Red Album…
Felice di ospitarvi su MDN. Siete giunti al vostro terzo lavoro in studio, all’ultimo atto della vostra particolare trilogia dei colori. Questa volta il rosso. Bene, proviamo a tirare le somme e presentare questo nuovo album?
Red è per noi l’ultimo di una trilogia che chiamiamo La trilogia dei colori. Ogni disco è distinto da un colore: bianco, nero e rosso. L’idea della composizione di Red inizia a prendere forma all’incirca nel 2016, due anni dopo la pubblicazione di Due. Se dobbiamo tirare le somme, in questo momento dobbiamo dire di essere molto soddisfatti. Siamo riusciti a tradurre in canzoni i nostri pensieri, le nostre emozioni. In fondo questo è il nostro scopo.
Oil On Canvas, il nome del vostro progetto, oltre a omaggiare i Japan e un loro pezzo, sembra sposarsi alla perfezione con la vostra idea musicale e al concetto di colore. Cosa mi dite a riguardo?
Ci piace pensare alle canzoni come a dei quadri e al disco (…sembra una parola così obsoleta) come a una piccola galleria. Da qui il nostro nome Oil On Canvas, che rappresenta anche un chiaro omaggio ai Japan di David Sylvian.
Sperimentazione, buon gusto e raffinatezza caratterizzano la vostra composizione. Red richiede attenzione, ma regala davvero momenti di grande musica. Negli anni ‘80, in Inghilterra, iniziarono a chiamare New Romantic un filone derivante dalla New Wave. Oltre ai già citati Japan, Talk Talk, Duran Duran e via dicendo. Non intendo assolutamente accostarvi a qualcuno, anche perché il vostro discorso suona molto personale. Tuttavia posso collocarvi più o meno da quelle parti?
Sì. Tra le tante esperienze musicali che abbiamo vissuto, sia come ascoltatori che come interpreti, quello è un filone musicale che abbiamo molto interiorizzato. Ma quello che abbiamo speso in questo ultimo lavoro ha anche tante altre ispirazioni. Reminescenze di certe cose degli anni ’70, Brian Eno, Peter Gabriel, Genesis, King Crimson, la canzone d’autore italiana. Insomma, dai, tutte cose nuove e alla moda…
In ogni caso, le liriche ricercate e interpretate alla grande da Valerio, la vena cantautorale o l’impatto se vogliamo pop rendono Red una vera chicca. Quanto siete orgogliosi del risultato e quanto tempo avete dedicato per trovare la strada perfetta?
Sì, siamo orgogliosi. Soprattutto perché questo ultimo lavoro ci dà come un senso di sviluppo positivo del percorso intrapreso diversi anni fa. Il nostro tempo di creazione è dilatato e rispecchia ciò che produciamo. Ci vuole tempo per creare e ci piacerebbe che gli ascoltatori riuscissero a prendersi il tempo necessario per ascoltare. Viviamo in un mondo iperveloce che riduce i tempi di ascolto e, conseguentemente, gran parte della musica prodotta oggi asseconda questo flusso. Ecco, non è il nostro caso. Crediamo che sia il tempo a doversi adeguare alla musica e non viceversa.
E in studio come è andata? Chi ha lavorato con voi?
Il lavoro in studio è stato lungo e impegnativo, ma il risultato che ne è conseguito ci ha gratificato molto. Ci hanno aiutato vari musicisti nelle registrazioni, e senza di loro questo disco non sarebbe certo così. Li ringraziamo sempre perché senza di loro non esisterebbero nemmeno gli Oil On Canvas. Vorrei se possibile citarli uno per uno: Alessandro Manente al basso ( e che cura le immagini delle cover cd ed altro). Luca Casagranda alla batteria, Silvano Leonelli alle tastiere, Sergio Tessadri al pianoforte, Flavia Depentori al pianoforte, Emiliano Tamanini al flicorno,
Lorenzo Dallapè al basso. Ultimo, ma non per importanza, Mauro Andreolli Das ende der Dinge al mixaggio e al mastering
Parliamo dei singoli, L’Amore Non Impone e Orfeo, brani differenti, ma intensi. Perché avete scelto queste canzoni per promuovere l’album?
L’amore non impone è la canzone che apre l’album. Una nostra amica ci ha proposto un testo che aveva questo incipit: “L’amore vero non impone, chiede”. Siamo rimasti subito colpiti da questa semplice verità. Una verità che dovrebbe essere sacra anche quando questo amore vero finisce. Questa canzone ci rappresenta molto perché riteniamo di aver raggiunto un buon equilibrio tra musica e testo. Orfeo è il pezzo più pop e movimentato dell’album.
Non sono un esperto di mitologia, ma la figura di Orfeo richiama ovviamente arte, natura, bellezza e spiritualità. Giusto?
È ispirato al più famoso poeta e musicista della mitologia, capace di incantare tutte le creature della natura con il suono della sua lira. È un omaggio al potere della musica e della poesia. Certe opere hanno il dono di influire sul mondo circostante. A volte danno la sensazione di poter fermare il tempo. Insomma, il sogno di ogni artista.
L’anima della nostra assurda specie, quella umana, con tutte le possibili sfaccettature e vista realmente dall’interno, sembra collegare le tracce. Non un vero è proprio concept, ma sì, il rosso del sangue, associato alla passione, all’amore o addirittura al fuoco o alla rabbia salta fuori eccome. Cosa pensate di questa mia analisi?
La tua analisi ci piace molto. Red tratta diversi temi come la bellezza, l’amore, le difficoltà e le sfide che i rapporti personali ci pongono davanti quotidianamente. Alcuni sono scomodi come la violenza incomprensibile di cui tutti i giorni sentiamo parlare o l’indifferenza e la mancanza di solidarietà tra esseri umani, che sembra avere il sopravvento nella nostra società. Abbiamo voluto mettere a nudo i nostri pensieri e le considerazioni su quello che accade ogni giorno a noi e intorno a noi.
Attraverso i testi, oltre a creare vere e proprio immagini, omaggiate anche noti pittori. Non ditemi che oltre a essere ottimi musicisti vi occupate anche di altre forme d’arte…
La pittura e la poesia fanno parte del nostro mondo, siamo molto curiosi e affamati di emozioni che tutte le forme d’arte possono donarci.
Come sta andando la musica in Italia, secondo voi? Non benissimo, a mio modo di vedere.
È una domanda a cui non è facile rispondere senza cadere nella generalizzazione. Con l’avvento della “musica liquida” la produzione musicale ha raggiunto numeri impressionanti e che mandano in confusione qualunque ascoltatore. Da nostalgici ti diciamo che stiamo aspettando trepidanti l’epifania di un nuovo Battiato.
State già organizzando le date promozionali?
Abbiamo recentemente portato sul palco uno spettacolo con brani tratti dai tre nostri album. È stato davvero emozionante per noi e vogliamo cercare di riproporlo a breve. Insomma, avrete a presto nostre notizie.
Salutate i lettori, allegando tutti i vostri link.
Un caro saluto a tutti gli lettori di MDN , sarebbe bello sapere che qualcuno voi si è preso il tempo per ascoltarci dopo aver letto questa intervista, per capire se quello che abbiamo detto, lo condividete anche voi.
https://www.instagram.com/marco.carner/
https://www.facebook.com/oiloncanvas
https://oiloncanvas1.bandcamp.com/album/red
https://music.youtube.com/watch?v=hHXivr-mi8g
https://open.spotify.com/album/6q30dSYiGYNZXgMm47zVn3
https://www.youtube.com/channel/oiloncanvas