Articolo di Adriana L a Trecchia Scola
La luce accecante dell’ estate rende ogni cosa insopportabile (oltre ad intensificare la percezione del caldo). I colori saturi e sgranati abbagliano la vista ma anche la mente, facendo precipitare in un torpore mortifero. Di solito si dice che gli appiccicosi pomeriggi estivi appaiono interminabili, senza fine. Il tempo si dilata dando l’ impressione di una eternità invincibile. D’ altra parte questo periodo sospeso, in cui non ci sarebbero doveri da adempiere, porta più facilmente il pensiero alla morte. La vita esiste in relazione alla morte. Così lo spazio estivo che sembra eterno pone il dilemma cruciale: far durare il tempo. Ma la vita è interessante proprio perchè limitata e complessa. Se un tramonto estivo fosse infinito risulterebbe noioso e neanche bello. In fin dei conti l’ imperfezione è consolante perchè permette di sopportare una realtà spesso grigia e priva di senso. Riconoscere e accettare la propria imperfezione è il modo per affrontare tutto ciò che ci fa soffrire. I meschini drammi quotidiani, le sconfitte, il fastidio non sono nulla in confronto alla complessità delle nostre emozioni e sentimenti. Non c’è bisogno di farsi risucchiare costantemente dalla bolgia esterna dato che la profondità del nostro animo è molto più ricca.
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