A cura di Riccardo Gramazio_Ricky Rage
I gatti hanno sette vite, qualcuno sostiene addirittura nove. Detti popolari, ovviamente, anche se sono certo che in giro ci siano molti creduloni. In realtà i gatti sanno soltanto gestire al meglio la propria esistenza e cavarsela bene nei momenti critici. Istinto di sopravvivenza all’ennesima potenza, senza offesa per i poveri felini investiti e che purtroppo ci capita ogni tanto di vedere sulla strada…
Ma dove voglio arrivare? Dove cazzo voglio arrivare?Semplice, a Keith Richards il mitico chitarrista dei Rolling Stones, che la vita ha rischiato di perderla, secondo i suoi stessi calcoli, almeno dodici volte. La cosa bella è che il numero, sfogliando i grandi libri degli aneddoti del rock, può starci davvero. Con tanta stima per i gatti, fermi a sette o a nove! Dilettanti!
Gli eccessi, i colpi di testa, l’anima sregolata e chiaramente le canzoni hanno reso il papà di (I Can’t Get No) Satisfaction l’essere mitologico che tutti conosciamo, apprezziamo e amiamo. Molto facile finire nei pasticci, quando si vive così. Voglio però ricordare un fatto in particolare che, a differenza di altri, può essere considerato un episodio spiacevole e degno di finire in una puntata, finale fortunatamente escluso, di quella specie di docufiction chiamata 1000 Modi Per Morire. Ve la ricordate?
Ma veniamo alla vicenda, o meglio, all’incidente. Sacramento, dicembre del 1965. Al Memorial Auditorium della città californiana, i Rolling Stones stanno tenendo un concerto davanti a cinquemila persone. La canzone in scaletta è The Last Time, il primo singolo pubblicato. Ironia del caso, considerato il titolo. In piena trance artistica, Keith sfiora più o meno accidentalmente l’asta di un microfono con la sua chitarra. Il contatto produce una tremenda scarica elettrica, uno shock non indifferente. Lo strumento prende fuoco, la fiammata è rumorosa oltre che preoccupante. Keith perde i sensi, crolla a terra, folgorato dal sovraccarico. Gli spettatori sono disorientati, qualcuno pensa subito a uno sparo, a un tentato omicidio. Nulla di più sbagliato, trattasi di pura elettricità.
Il bravo chitarrista viene subito soccorso, intubato e ricoverato. Potrebbe svegliarsi come non svegliarsi, morire come sovravvivere, questo il pensiero del medico.
Ehi, può crepare così una delle più grandi stelle del rock di sempre? Non scherziamo!
Keith Richards si riprende alla svelta. A salvargli la vita, le suole in gomma delle sue fidate scarpe Hush Puppies, da considerare a pieno titolo isolanti perfette.
Cosa dirà il rocker, a riguardo? Ovviamente, che tra tutte le sue possibili morti, quella di Sacramento sarebbe stata indubbiamente la più spettacolare. Come dargli torto.
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