A cura di Riccardo Gramazio_Ricky Rage
Dopo un lungo periodo di silenzio, l’artista olandese Elisabeth Grey è tornata a pubblicare ottima musica. Il nuovo Ep si intitola I Am! Am I? ed è composto da cinque canzoni contaminatissime. In uno dei migliori studi di registrazione dei Paesi Bassi, la cantante ha saputo dare forma alle sue emozioni, senza mai cercare la strada più semplice e, al contempo, senza perdere di vista l’impatto pop dei brani. La somma è davvero significativa. Relazioni, rotture, ma anche una difficile domanda tra i versi: siamo chi pensiamo di essere o siamo qualcosa di diverso? Con nostro grande piacere, la musicista ha deciso di raccontarci tutto, rivelandoci gli aspetti che rendono questo I Am! Am I? un disco di grande valore…
Ciao, benvenuta su MDN. È bello averti qui. Per iniziare, presentati ai nostri lettori.
Ciao, sono una cantante olandese. Faccio musica da quasi tutta la mia vita e negli ultimi dieci anni scrivo e compongo la mia musica. Insieme a un ottimo produttore e ai musicisti cerchiamo di creare una combinazione di stili diversi.
Ho ricevuto il tuo EP I Am! Am I? dalla nostra etichetta amica Resisto. Rimango sempre sorpreso dalla qualità del loro catalogo e il tuo lavoro conferma tutto. Ma dimmi, cosa c’è per te in questo album?
Questo album è il risultato di come dovrebbe suonare la musica secondo i miei gusti. I testi raccontano una storia e la musica ti porta in diversi stati d’animo. Una volta che ne sei risucchiato, non ne uscirai. Se ti senti triste o felice, questa musica ti accompagna e ti capisce.
Bene, ora ti dirò la mia. I Am! Am I? per me è un gioiellino pop, attenzione sto parlando di pop di classe, fatto e suonato bene. Non trovo nulla di ovvio nella proposta, anzi, ci sono tante idee interessanti. Ad esempio, sto ascoltando Coming Home in cuffia. Evocativo e profondo… Cosa mi puoi dire, per esempio?
Tutte le canzoni vengono da me e aspettano di essere scritte. Vedo e sento i toni e so di cosa dovrebbero parlare i testi. Quasi come se vedi un film e pensi di averlo già visto. Mi tiene sveglia e non mi lascia andare finché la canzone non è finita.
Un altro dei tuoi punti di forza è la capacità di entrare e uscire da generi diversi, pur offrendo un’immagine forte e personale. Troviamo il folk, il soul o il dream pop. Come sei arrivata a questo?
Quando ascolto la musica che mi piace, a volte mi viene un’idea su cosa vorrei nella prossima canzone. Poi creiamo alcuni campioni, scegliamo gli strumenti che si abbinano e scrivo i testi.
A volte arriva la musica della mia giovinezza e la uso come ispirazione per la canzone successiva.
E i testi, invece? Quali sono state le principali ispirazioni?
Tutte le canzoni parlano di relazioni. Rompere, litigare, desiderare l’amore e cosa ti fa l’amore.
Il titolo dell’album fa inesorabilmente pensare alla ricerca del proprio sé. Quanto è difficile capire chi siamo?
È molto difficile conoscere te stesso. A volte devi chiederti: sono chi penso di essere? E diventa più difficile se perdi la fiducia negli altri e nel mondo che ti circonda.
Il singolo scelto è Don’t Stop The Dancing, un brano fresco ed accattivante, che piacerà sicuramente al pubblico. Cosa puoi dirmi?
Questa canzone racconta tutta la storia. Quando vieni lasciato indietro all’improvviso, anche senza preavviso, non sai più chi sei, provi a raccogliere i pezzi e vuoi solo uscire e ballare. Solo per dimenticare il dolore.
Torniamo ora della produzione. Le canzoni sono eccellenti, ma il lavoro in studio non è da meno. Con chi hai collaborato? Penso ai vari interessanti colpi presenti nell’ultima Can’t Escape, tanto per citare un altro tassello dell’opera…
Ho la fortuna di poter lavorare con un ottimo produttore, ingegnere di studio e musicista, in uno dei migliori studi dei Paesi Bassi. Sono anche molto felice di poter essere presente per tutti gli aspetti della produzione. Facciamo tutto insieme, dall’inizio alla fine.
Il processo che ha portato all’EP è stato lungo?
Sì, ci ho messo quasi un anno per finire tutto. Ci vuole tempo, energia e denaro per produrre con questa qualità.
Le tue canzoni provengono da voce e chitarra, suppongo?
Sì, è giusto.
Un passo indietro adesso. Puoi raccontarmi brevemente il tuo passato artistico?
Sì, naturalmente. Da quando avevo tredici anni ho suonato nella mia prima band, fino ai diciannove. Dopodiché ho avuto una carriera nel lavoro e non ho fatto nulla con la musica. Circa quindici anni fa l’ho ripresa in mano, ho preso lezioni, ho suonato in cover band e ho iniziato a scrivere la mia musica.
Stai già suonando queste canzoni dal vivo?
Stiamo programmando un tour, si spera anche di venire in Italia.
Una cosa importante che non ti ho chiesto?
Penso che tu abbia fatto un ottimo lavoro con le domande.
Grazie. Allora non resta che salutarei nostri lettori, allegando tutti i link principali…
Ciao Italia, grazie per avermi dato l’opportunità di dire qualcosa sulla mia musica e su me stessa. Spero che il mio EP vi piacerà. Questi sono i miei link social e spero di vedervi in giro:
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