Interviste

SISTEMA SOLARE E MOLTO ALTRO Intervista a Massimo Manna

 

A cura di Riccardo Gramazio (Ricky Rage)

 

L’amore per la musica e il bisogno di creare spingono gli artisti a cercare continuamente strade, suoni e modi diversi per poter comunicare le proprie impressioni. Il pavese Massimo Manna è senza dubbio un professionista dell’eplorazione, un musicista mai pago, che con entusiasmo e talento non smette mai di rinnovare sé stesso. Nel corso degli anni, Massimo ha concepito e prodotto moltissimo, ma promette ancor più cose, da qui in poi. L’ultimo lavoro firmato e da lui interamente registrato è un concept strumentale. Si intitola Sistema Solare ed è un vero trip piuttosto fascinoso nello spazio. La sua chitarra, ispirata da sempre dai nomi più grandi, è assoluta protagonista. Giusto quindi parlare dell’opera e di tutto quello che c’è dietro con il diretto interessato, un autore poliedrico e zeppo di sfaccettature da seguire assolutamente…

 

Ciao, Massimo, benvenuto. Partiamo subito con la presentazione. Racconta ai lettori chi sei e che cosa fai?

 

Ciao a tutti. Sono nato a Pavia il 22 luglio del 1979. A soli due anni ero già attratto dalla musica, quella dei Pooh in modo particolare, grazie alla passione trasmessa dai miei genitori. Fin da piccolo andavo ad ascoltare la band di mio papà, Fermata Facoltativa. Inevitabilmente, ho iniziato presto a suonare. A otto anni ho intrapreso i miei studi musicali all’istituto di Pavia F. Vittadini: ho studiato pianoforte e teoria musicale. A quindici anni sono passato dai tasti alle corde: ho capito che la chitarra era in grado di trasmettermi emozioni più forti del pianoforte. Sono stato ispirato da artisti come Carlos Santana, David Gilmour, Dodi Battaglia, Tommy Emmanuel, George Harrison e ancora molti altri. Il desiderio di coronare il mio sogno si è sempre più incrementato nel corso degli anni e, nel 1997, sono entrato a far parte della mia prima band, i Mokado, fondata da Claudio Cantoni. Dopo lo scioglimento, ho continuato a suonare in duo/piano bar con Luca Goroni e successivamente con Max Minnone, spaziando dal pop al rock, ma portando sempre nel cuore l’idea di fondare una band che proponesse esclusivamente la musica dei Pooh. Nel 2001 ho incontrato Paolo Marconi e con lui ho iniziato la ricerca di ragazzi cui piacesse la musica dei Pooh. Abbiamo quindi conosciuto Piergiorgio Isola (nostro storico bassista) e Maurizio Feninno. E così, nel 2004, sono nati gli Aloha, tributo ai Pooh. Abbiamo persino collaborato con Red Canzian, che nel 2013 ha selezionato le cover band dei Pooh e che ha prodotto un disco. In quel fantastico contesto abbiamo suonato il brano L’Ultima Notte Di Caccia nei loro studi di Milano.

 

Il tuo ultimo album e invece Sistema Solare, oltre a essere davvero interessante e ben suonato, segna anche un momento particolare per te. Parliamo di un disco interamente strumentale, di un viaggio a tutti gli effetti, ma anche di un concept. Ogni brano porta il nome di un pianeta e la dedicima traccia è dedicata al Sole. Ecco, come è nata l’idea?

 

Sistema Solare nasce appunto dall’idea di poter realizzare un album per poter esprimere il mio stile e il mio sentimento musicale. Dovevo dare dei titoli alle mie ispirazioni e un giorno, guardando il sole, ho portato il mio pensiero ai pianeti, oggetti “galleggianti” nell’infinito e da qui una domanda:

«E se provassi a chiudere gli occhi per iniziare un viaggio da Plutone al Sole? Che musica potrei ascoltare? Trovandomi nei pressi di Plutone ascolterei sicuramente una musica proveniente da lontano, con un intro musicale quasi silenzioso, ma pronto a scoppiare nel volume a viaggio iniziato. E cosi via, fino ad arrivare al Sole. Una sorta di liberazione, essendo arrivato a destinazione. Un libero assolo che conclude il viaggio. Ovviamente cogliendo gli stati d’animo del momento, della giornata vissuta, le incazzature o le belle emozioni sono nati tutti i brani.

 

La domanda che devo assolutamente farti è questa: come sei riuscito ad associare determinati suoni a un preciso pianeta? Voglio dire, perché quella è Saturno, per esempio, è quella invece è Mercurio?

 

Direi che dalla collocazione dei pianeti nello spazio, dalle temperature e dai colori è quasi immediato sentirsi dentro l’ispirazione giusta per creare appunto la melodia. Per esempio, per la Terra, non potevo trascurare qualcosa come il mare. Da qui l’idea di inserirlo come apertura del brano…

 

Il disco è stato suonato interamente da te. Complimenti, intanto, il risultato è eccellente. Tuttavia, protagonista assoluta è la chitarra. Hai un timbro piuttosto personale, tanto gusto e talento spiccato per le melodie. Cosa puoi dirmi a riguardo?

 

Devo tutto ai miei chitarristi preferiti, Dodi Battaglia, Santana e via dicendo, per il cuore e il modo con cui approcciarsi alla chitarra. Molti chitarristi si fermano alla tecnica, alle mille note, trascurando a mio avviso la cosa più importante: riuscire ad arrivare alla gente in maniera semplice. Ogni brano dell’album è frutto di un mio canto interno, quindi il mio segreto sta nel fatto di costruire una canzone melodica e poi ricamarci su, perché no, anche con la tecnica.

 

Già che ci siamo, gli altri grandi chitarristi che ti hanno influenzato particolarmente? A me vengono in mente diversi nomi…

 

Sono stato ispirato da artisti come David Gilmour, Tommy Emmanuel, George Harrison, Malmsteen e ancora molti altri. Insomma, penso siano maestri di tutti. In particolar modo però Dodi Battaglia, chitarrista completo al 100%, capace di adattarsi al facile e al difficile, da bosco e da riviera, cantante e poi, diciamolo, è italiano…

 

Difficilissimo piazzare il disco all’interno di un genere specifico. Suona pop, suona rock, talvolta progressive, ma presenta anche atmosfere particolari, oserei dire suggestive. Tu in che reparto lo collocheresti?

 

Effettivamente collocarlo in un genere specifico è difficile, poiché abbraccia davvero un po’ di tutto. Ho voluto inserire nel disco tutto ciò che mi piaceva ed è venuto fuori un bel mix di musica, sono veramente soddisfatto del mio lavoro.

 

Il brano che preferisci? A me piacciono molto Marte, che ha un non so che di etnico, e Venere, poppeggiante e dinamica…

 

Tutti! (Risata)

 

Un passo indietro, adesso. Prima di Sistema Solare hai realizzato un mucchio di altre cose. Mi aiuti a fare ordine, ripercorrendo le varie tappe della tua discografia?

 

In occasione del mio quarantesimo compleanno, ho voluto regalarmi un album tutto mio, grazie al quale ho potuto approfondire il mio lato compositivo e le mie conoscenze tecniche di studio recording. È stata una vera sfida, poiché l’intero album è stato registrato esclusivamente da me presso il mio studio ‘home recording’, Garage Studio. Tra Sogni e Pensieri è il titolo dell’album, nonché della prima canzone interamente strumentale. La musica, a mio avviso, ha molto da dire anche senza essere cantata.

 

Hai scritto anche qualcosa in tempo di pandemia?

 

Durante il lockdown ho scritto un brano e il video è su Youtube. Con la Mente, perché in quel momento di chiusura l’unica libertà erano i pensieri. Con la mente potevi fare tutto, e quel momento davvero ha fatto apprezzare a tutti il valore della libertà.

 

Progetti futuri? Stai scrivendo materiale nuovo?

 

Sto lavorando su Romantico, il mio prossimo album. Un disco di inediti pop rock, che affronterà tanti temi attuali, ma anche l’amore. Un progetto a cui tengo molto perché proporrà anche un brano dedicato a mia figlia, Fiocco Di Neve.

 

Saluta i lettori e lasciaci tutti i tuoi link…

 

Un saluto ai lettori e soprattutto ai ragazzi più giovani, che invito fortemente alla ricerca del passato, delle sonorità che hanno fatto la storia. Senza nulla togliere alla musica attuale, non bisogna assolutamente dimenticare gli artisti capaci di lasciare il segno.

 

https://www.facebook.com/Massimo-Manna-102440124479621

 

https://www.youtube.com/channel/UC-byBs9yaxAYEqkWgOkm8aQ

 

 

 

 

 

 

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