Istantanee Rock

SOTTO PRESSIONE Storia di una grande collaborazione

A cura di Riccardo Gramazio_Ricky Rage

Hot Space non è certamente l’album più rappresentativo dei Queen, anzi, da molti critici e da molti fans, anche quelli più generosi o aperti di vedute, è considerato carente, troppo lontano dalla grandezza del marchio e persino deludente. La definitiva virata verso la dance pop, verso il funky e l’abbondante utilizzo di sintetizzatori, in effetti, non convincono nemmeno oggi, oltre quaranta dopo la pubblicazione. Ma c’è sempre un ma, soprattutto quando si parla di giganti come Freddie Mercury, dei suoi soci e di altre figure leggendarie. Prendetevi un paio di minuti, allora… perché c’è sempre un ma! E tenete a mente questa affermazione.
Dunque, anno 1981. I Queen sono ai Mountain Studios, gli studi di registrazione in Svizzera che hanno acquistato nel 1979. Stanno raccogliendo le idee per quello che, come detto in apertura, diventerà Hot Space. A seguire i vari passi della gruppo c’è il grande produttore David Richards, un personaggio dal curriculum impressionante (date un occhio alla lista dei suoi lavori), un professionista dal tocco magico che, tra gli altri, conosce molto bene David Bowie. Caso vuole che il genio britannico stia vivendo da qualche tempo proprio in Svizzera e che stia incidendo proprio lì Cat People (Putting Out the Fire) per la colonna sonora del film Il Bacio Della Pantera, opera horror del 1982 diretta dal regista Paul Schrader.
I Queen e David Bowie a uno sputo di distanza, qualcosa bisogna per forza tirar fuori.
Come può in effetti il buon Richards rinunciare all’idea di riunire nello stesso spazio estri di tale spessore? Come può non scattare una fotografia tanto spettacolare? Esatto, non può farlo in nessun modo.
Detto e fatto. I musicisti si incontrano, iniziano a conoscersi e a improvvisare qualche classico dei Cream. Il Duca Bianco si ritrova presto a incidere anche cori e seconde in Cool Cat, parti che però non lo convincono a pieno e che vengono su sua gentile richiesta rimosse. I presenti cominciano a pensare che sarebbe molto più semplice comporre un pezzo nuovo di zecca, in diretta e tutti insieme. È il bassista John Deacon ad accendere la definitiva fiamma, proponendo un giro efficace e diretto come pochi altri, un giro magnetico che però, causa amnesia post pranzo e post grande bevuta, rischia di sfuggire alla storia della musica. Per fortuna, dopo battibecchi e tentativi vari, i ragazzi riescono a recuperare (a ricordare) il riff e a portare avanti il processo di scrittura. In piena eruzione creativa e con le redini ben salde, Bowie invita tutti ad agire di istinto e a lasciarsi andare. Il chitarrista Brian May segue il flusso, inserendo il suo proverbiale tocco e rendendo tutto ancor più spontaneo e accattivante. Beh, e poi arriva il momento più intenso, quello delle grandi voci, dei colossi Freddie Mercury e David Bowie. I due iniziano a intonare versi in assoluta libertà, entrambi senza ascoltare l’esecuzione o le scelte dell’altro. Il risultato somiglia a una spettacolare sfida tra fuoriclasse, a una divertente prova di taglia e cuci. Il risultato è Under Pressure, capolavoro pop rock inizialmente battezzato People On Streets. E sì, sono d’accordo, molto meglio il titolo che tutti conosciamo…
La canzone viene pubblicata a sorpresa il 26 ottobre del 1981, in concomitanza con il Greatest Hits (ma parecchi mesi prima di Hot Space), e raggiunge due settimane dopo la vetta della classifica in Inghilterra. Insomma, un successo immediato che i Queen, a differenza di Bowie, decidono di inserire in scaletta e di portare subito sui palchi. La prima esecuzione dal vivo per il Duca arriva invece soltanto nel 1992, in occasione del commovente Freddie Mercury Tribute Concert e in duetto con Annie Lennox degli Eurythmics.
Vero, Hot Space non è il pezzo più pregiato della discografia dei Queen, ma c’è sempre un ma. E in questo caso il ma è immenso, abbracciato da talenti provenienti forse da altri mondi, da altre galassie o da altri universi. In questo caso il ma nasce da un giro di basso e da due sconfinate voci. In questo caso il ma si chiama Under Pressure e da solo può praticamente valere tutto Hot Space.
Avanti, ditemi quante volte, nel corso della lettura, la vostra mente ha canticchiato il riff di Deacy o mm-noom-ba-deh? Succede solo quando si parla di grandi canzoni.

 

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