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La domenica è iniziata come era necessario iniziasse, con la Santa Messa nella parrocchia dove vivo temporaneamente in esilio. Conosciamo il parroco e gli lascio i miei riferimenti per altri possibili colloqui di lavoro. Penso ai miei zii emigrati in Belgio negli anni 50.
La mia amica F. mi dice che la domenica, qui è tutto chiuso, e mi fa sapere dove è meglio fare la spesa nei prossimi giorni, visto che sarei capitato in “una città molto cara”. Perché sono qui in terra straniera?
Vivevo in un isola circondata dal mare, ora mi trovo circondato dalle montagne, ai piedi di un lago.

Mi dicono che l’ho voluto io, se avessi fatto la punturina, tutto questo non sarebbe successo.

Fin dai primi momenti di questa pandemia qualcosa mi lasciava perplesso, mi trovavo a Torino con il mio fraterno amico Enzo, le nostre mogli, e i nostri amici Ben, Francesco ed Emilio, quando tutto ebbe inizio. Allo Stadium si giocava Juventus – Brescia, il mio spettacolo era vedere il volto e le emozioni di Enzo di fronte al nuovo tempio bianconero, di fronte a Balotelli, il campione nero della squadra bresciana.
Durante il viaggio di rientro, Codogno diventava zona rossa, e incominciava la poco edificante caccia all’untore, si cercava il paziente zero. I buoni facevano indigestione di involtini primavera e dall’alto della loro presunta superiorità morale, facevano le loro lezioncine sui media mainstream.
Iniziano così le cervellotiche comunicazioni sulle modalità di prevenire il contagio (non sembra abbiano avuto successo).

Ecco perché, dopo due anni mi trovo qui, in Svizzera, in esilio, per cercare di recuperare il mio diritto al lavoro.

La pandemia e le sue norme autoritarie hanno determinato una sospensione fondata sulla menzogna.

Una sospensione senza stipendio.

Un tempo sospeso, carico di tensioni e di ingiustizie.

Un vento da anni venti spira severo nell’Italia governata da #imedici della congregazione della santa scienza inquisitrice.
Un vento pericoloso, da abbandonare per potersi salvare.

megliodiniente

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  • Ti capisco, io sono esule, rifugiata con mio marito e mio figlio di 3 anni, da 2 mesi in Svezia. Molte meno restrizioni,m essun obbligo vaccinale per noi, e per ora, si spera, tutele per nostro figlio di non continuare a crescere con distanze, mascherine e parchi chiusi.

  • Ciao, sono Simona, madre single che tra un mese , come te, cercherà un nuovo lavoro in CH. Sto facendo salti mortali spostando mia figlia in una scuola in Italia al confine con la Svizzera, ho affittato una piccolissima casa , spero si riuscire a fare la frontaliera. Spero di tenere fisicamente e psicologicamente. Forza ! Auguri a te !

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megliodiniente

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