Rockology

THE BEACH BOYS di Emilio Aurilia

Di Emilio Aurilia

Da dove si può cominciare e soprattutto sintetizzare nelle poche righe a cui siamo chiamati, l’interminabile avventura di una band che festeggia quest’anno i sessant’anni dalla sua nascita? Certamente dal suo fondatore Brian Wilson che, nonostante i numerosi problemi esistenziali e non, ne è stato ed è il catalizzatore, il maggior compositore, l’arrangiatore, il produttore ecc. e sta tuttora attraversando la scena musicale internazionale insieme a tanti altri personaggi o gruppi che come età potrebbero essergli pronipoti!

Nato in California il 20 giugno 1942 si è trovato in pratica il gruppo fatto in casa, con i suoi fratelli minori Dennis e Carl, suo cugino Mike Love, un amico d’infanzia Al Jardine, il babbo Murry come produttore, ispirando la sua musica alla spensieratezza delle vacanze dei ragazzi americani sulla spiaggia alle prese con l’allora nato surf, nome usato molte volte sia nei titoli di album e singoli, sia nei testi delle canzoni. “Surfin’ Usa”, “California Girls”, “Barbara Ann”, “Fun, fun, fun”, rispondono tutti a tale esigenza.

La caratteristica musicale principale è basata all’inizio su ritmi semplici e vivaci nonché sulle armonie vocali che i cinque sono sempre stati in grado di garantire con una maestria insuperata, facendola diventare marchio esclusivo per il loro sound, tanto è vero che, benché Mike Love rivestisse ufficialmente il ruolo di voce solista, a quel ruolo in realtà si avvicendavano tutti a turno e in varie combinazioni.

Altro elemento distintivo è stato rappresentato dal fatto che, nonostante la versatilità strumentale dei componenti della band, Brian Wilson per molti anni e album, si è avvalso di turnisti di spessore come il batterista Hal Blaine, la bassista Carol Kaye, i tastieristi Al de Lory, Don Randi, Larry Knechtel (figlio di Doris Day, e noto specialmente per il suggestivo accompagnamento al piano di Bridge Over troubled water di Simon & Garfunkel), e moltissimi altri autobattezzatisi The Wrecking Crew.

 “Pet sounds” con “Wouldn’t it be nice”, “God only knows” e “Sloop John B”, è il prodotto che li conduce all’attenzione di critica e pubblico per le tante interessanti soluzioni presenti.

La svolta compositiva del maggiore dei Wilson, anch’egli attratto dal fenomeno psichedelico, arriva con “Good Vibrations”, un brano strano, inusitato, avanguardistico previ alcuni cambi di tempo a sostenere la melodia pesantemente sottolineata dal sibilo del theremin che ne fanno ancora di più una canzone innovativa.

Appartiene all’anno successivo l’abbozzo di un album in cui Brian aveva posto molte speranze e credito: “Smile” e che vedrà la luce come prodotto solista soltanto nel 2004!

L’attività del gruppo è ulteriormente caratterizzata negli anni dal sodalizio artistico con il compositore Van Dyke Parks con cui Wilson scriverà brani di altissimo livello come “Heroes and villains” e la meravigliosamente visionaria “Surf’s Up”, una sorta di mini suite con cambi di tempo nello spazio di poco più di quattro minuti, chiusura dell’album omonimo (1971) dotato di una stupenda copertina, uno dei prodotti migliori in assoluto.

Non è un personaggio facile Brian Wilson; dal 1972 al 1974 soffrirà di problemi depressivi e di droga causando molte interruzioni a livello compositivo e nelle apparizioni dal vivo, sostituito come già in passato da Bruce Johnston, altro membro costantemente vicino al gruppo tanto dal vivo che in studio e sarà Carl, il più giovane dei Wilson, a prendere in mano le redini della band fino al ritorno del fratello nel 1975.

Il 28 dicembre 1983 la prima tragedia: Dennis Wilson muore per annegamento e il gruppo procederà con difficoltà fra alti e bassi registrando di rado e senza più proporre prodotti indimenticabili. La successiva morte di Carl avvenuta il 6 febbraio 1998, causerà un ulteriore momento di sbandamento nel gruppo che si ripresenterà, dopo varie beghe legali antipatiche nel 2012 con l’album “That’s why God made the radio”, continuando poi fra alti e bassi, tour celebrativi e ulteriori album solisti, piacevoli, ma poco significativi.

 

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