Dopo l’anteprima sul sito di SKY TG24, è finalmente disponibile anche su Youtube il video per “Toni Servillo“, il singolo di debutto di Sena. Ecco un primo capitolo per l’atipica cantautrice, ben rappresentativo della poetica ironica-onirica del progetto: la coppia artistica Sorrentino-Servillo è simbolo universale del rapporto di interdipendenza e reciproca necessità che si crea in ogni coppia nella vita. In questa ballad pop dal gusto retrò una melodia romantica si fonde con immagini ironiche e agrodolci, in una tessitura musicale che crea un sound morbido e senza tempo grazie alla produzione di Taketo Gohara.
Nel video, una vera signorina buonasera, la “fatina” Maria Giovanna Elmi ci catapulta negli anni ‘80, annunciando in tv la messa in onda del videoclip di “Toni Servillo”. Sena, quindi, intona la canzone come fosse una anchorwoman che dà le notizie da dietro la scrivania di un TG, alternandosi in alcune scene alla sua omologa annunciatrice. Regia e fotografia di Claudia Pasanisi e Peppe Tortora.
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BIO:
Sena nasce nel 1993 − già col nome d’arte “Sena” per una scelta commerciale dei suoi genitori − e muore un po’ ogni giorno. Si fa conoscere dal grande pubblico nel 2000 al suo primo saggio di musica dove si esibisce in una versione piano e voce di “Ti rubacchio un po’ di pop-corn”. L’esibizione raccoglie il favore di pubblico e critica, nonostante una momentanea paresi delle mani dovuta all’ansia da palcoscenico. Amplia i suoi orizzonti musicali esplorando il cantautorato italiano, l’alternative rock britannico, le prime generazioni di indie italiano e la corrente nu metal dei neomelodici napoletani. All’età di 19 anni entra nel pericoloso tunnel della giurisprudenza da cui esce, stremata e avvocata, dopo un lungo percorso riabilitativo.
In questi anni bui inizia a scrivere le sue prime canzoni, molto apprezzate da sua mamma, e inizia ad esibirsi in fortunate tournèe presso tutte le camerette, soggiorni e baretti di amici e parenti entro il terzo grado. Per anni scrive per il programma televisivo di Canale 5 “Avanti un altro!”, in cui compare in qualità di giudice, anche se non riesce a giudicare nessuno, a parte se stessa (e in modo impietoso). Siccome ha il vizio di anagrammare i nomi e le cose si autodefinisce “ironica” e “onirica”.
Scrive canzoni perché è l’unico modo che finora ha trovato per consolarsi e per esprimersi, per dire cose che forse non interesseranno a nessuno, ma speriamo che a qualcuno sì.
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