A cura di Riccardo Gramazio
Cosa è successo all’Inter ieri sera a San Sebastian?
Andiamo con ordine, la banda di Simone Inzaghi veniva dallo spettacolare 5-1 nel Derby, la Real Sociedad dall’immeritata, direi, sconfitta 2-1 contro il Real Madrid. L’Inter è partita con il piede giusto in Serie A, quattro vittorie su quattro, mentre i baschi, pur esprimendo buon calcio e mettendo in luce diversi punti di forza, sono ancora in ritardo in Liga, con soli sei punti nei cinque scontri disputati. Questo il quadro, questi i principali numeri prima dell’esordio in Champions. Due squadre in ogni caso in salute e con diverse certezze da mandare in campo. Non è stata però una partita equilibrata, anzi, proprio l’Inter, sulla carta la più forte di un girone che vede al suo interno anche Benfica e Salisburgo, se l’è vista brutta. La Real Sociedad ha infatti dominato per più di un’ora i nerazzurri, rischiando più volte di chiudere la partita. L’intensità, la corsa, la qualità e la quantità degli uomini di Imanol Alguacil, uno che conosce benissimo l’ambiente, hanno letteralmente fatto impazzire i milanesi. Avvio con il botto per i padroni di casa: palo al terzo minuto del funambolico Barrenetxea (questo è giocatore davvero bravo!) e gol di Mendez al quarto, che ha saputo sfruttare una grave, molto grave sbavatura di Bastoni. Il resto lo fanno per esempio l’ordinato centrocampista della nazionale spagnola Merino, l’attento scozzese Tierney o il centrale di difesa Le Normand, giusto per citare qualcuno. Inzaghi si è fidato del turnover, schierando Asllani come play per l’acciaccato Çalhanoğlu, Carlos Augusto sulla sinistra per Di Marco, Arnautovic davanti per Thuram e De Vrij al centro della difesa per Acerbi (anche se l’olandese, a dire il vero, ha giocato più dell’ex Lazio in questo avvio). Ahimé, le cose non sono andate bene. Ora, detto tra noi, mi risulta complicato dire quanto abbia influito davvero il grosso cambiamento apportato dal mister, questo per evidenziare il merito della squadra basca, che sinceramente ha giocato alla grande e che sinceramente avrebbe meritato la vittoria, ma qualche domanda ha tutto il diritto di sorgere spontanea. Per esempio quella dell’inizio: cosa è successo all’Inter ieri sera a San Sebastian? Penso che semplicemente Alguacil abbia fatto meglio i compiti a casa, preparando benissimo il match ed entrando in campo con la voglia di azzannare gli avversari. Pressing feroce e alto, cazzimma e determinazione hanno mandato in confusione l’Inter, che solo nel finale, con il calo fisiologico dei rivali e con l’ingresso di pedine fondamentali come Thuram, Di Marco o Frattesi è riuscita ad evitare la sconfitta. Il gol del pareggio è arrivato all’87’, al primo vero tiro in porta, zampata di Lautaro Martinez, fino a quel momento totalmente ingabbiato dalla meglie bianco-blu. Pareggio sculato, diciamolo, e prestazione insufficiente. Prestazione però che a mio avviso non per forza sarebbe stata diversa o migliore con i titolarissimi di inizio stagione sul terreno di gioco. Come detto, in campo ci sono sempre gli avversari ed è giusto oltre che sportivo accettarlo. Certo, possiamo essere d’accordo sul fatto che Inzaghi abbia sbagliato qualcosa, esagerando magari con la formazione iniziale, ma raccontare soltanto quello non mi sembra così corretto. In sostanza, oltre ai propri demeriti bisogna sempre sottolineare i meriti degli altri. E in questo caso, i meriti della Real Socied sono stati molti. Una bella squadra, davvero, capace di madare in tilt per almeno sessantacinque minuti i vicecampioni d’Europa. Di sicuro, la dura partita di San Sebastian potrà anche rappresentare un punto dal quale ripartire.
Qualcuno parla di campanello d’allarme per i nerazzurri. No, credo proprio di no, anche perché il percorso europeo è appena iniziato e perché settembre è un mese sempre difficilissimo da gestire o da decifrare.
A questo punto, per Inzaghi e soldati una sola strada da seguire: testa bassa e lavoro.