Interviste

UN CANTAUTORE Intervista a Conrad

 

A cura di Riccardo Gramazio (Ricky Rage)

 

Ha l’anima del vero cantautore, il buon Lorenzo Corai in arte Conrad. Proprio come i menestrelli ama raccontare storie, quelle storie nate per caso in un bar, in viaggio, in camera da letto o su una panchina. Nessuna particolare pretesa, solo il bisogno di narrare le proprie emozioni sugli arpeggi o sugli accordi di una chitarra. Il primo EP dell’autore pordenonese è semplice nel suo formato, ma incredibilmente ricco di sensazioni oneste e genuine. Canzoni Di Conrad Vol.1, per l’appunto, niente di più e niente di meno. A seguirlo in fase di registrazione un suo caro amico, un mio caro amico, Sandro Spagnolo cantante degli Analfapeti e responsabile della Glycerine Records. Corai ha voglia di raccontarci tutto…

 

Ciao, Lorenzo, finalmente riusciamo a chiacchierare un po’. Prima però la presentazione. Chi sei e che cosa fai?

 

Ciao, Ricky, e grazie mille a te per ascoltare uno stornello come me. Sono un semplicissimo studente universitario di 21 anni che scrive canzoni, le quali rappresentano vari aspetti della mia vita, tra amori passati, esperienze varie e soprattutto i miei ideali.

 

Che cos’è Canzoni Di Conrad Vol.1? A ruota libera…

 

Questo primo EP è un compendio delle prime canzoni che ho scritto. L’unico collegamento tra tutte le canzoni sono banalmente io, con la mia voce, e una chitarra, circondato dalle persone ispiratrici dei brani. È come se ogni canzone fosse una polaroid di questi amici che prima della pubblicazione già avevano ascoltato tutto, tra un bicchiere e una sigaretta.

 

Il lavoro è fondamentalmente cantautorale e con arrangiamenti minimal-unplugged. Una voce e una chitarra, come detto, per raccontare cose, tante cose, alla vecchia maniera…

 

Nascono tutte dall’esigenza di sfogarsi con un foglio e una penna, con tempi però estremamente dilatati. Alcune le ho scritte in una mezz’ora e altre sono lievitate con gli anni. Essendo uno che scrive prima il testo, la scrittura musicale per me è una brutta bestia. Certe canzoni sono state finite praticamente in studio, grazie a idee arrivate all’ultimo. Ogni canzone ha una sua storia però, e sono sinceramente fiero di avere dei ricordi legati soprattutto alla scrittura di tutti i brani, avendoli scritti nei luoghi più disparati come in treno, al bar, nella camera di qualche “amica” o su un imbarcadero a Venezia, per dire.

 

Vol 1 perchè hai già preparato una seconda parte o perchè sai che arriverà presto?

 

So già che presto arriverà il lato B del disco, diciamo. Come ho detto prima alcune canzoni lievitano col tempo.

 

Come hai registrato queste canzoni e chi ti ha seguito in studio?

 

È una storia a cui sono molto legato, questa. Stavo attraversando un periodo veramente burrascoso e annebbiato della mia vita e da un giorno all’altro decido di dare effettivamente una svolta. Scrivo perciò al mio grande amico Sandro degli Analfapeti, detto il Brate. Già da tempo mi chiedeva di registrare da lui nel suo studio indipendente e nel giro di tre giorni ci siamo organizzati per fare le pre-produzioni. Sandro mi ha spronato fino all’ultimo, aiutandomi a scrivere gli arrangiamenti e a farmi capire come vivere all’interno di uno studio di registrazione. Il percorso è stato lunghissimo per arrivare fin qui, avendo suonato ogni strumento eccetto la batteria e la tromba, ma proprio per questo sono grato a ogni strumento per essersi fidato di me. Grazie a queste canzoni, a ogni strumento e a tutte le persone che mi hanno aiutato, la mia crisi interiore andava via via placandosi. Colgo l’occasione quindi per ringraziare in particolare il mio amico Davìd e la sua meravigliosa chitarra Martin che ho usato durante le registrazioni, Alice e Clara per i cori femminili e soprattutto per avermi sempre dimostrato di credere alle mie parole. Poi, per quanto riguarda Sandro non gli sarò mai abbastanza grato per la dedizione e l’impegno che ha messo nel progetto. Per quanto il disco porti il mio nome, è stato fin da subito un lavoro firmato da entrambi. Non ha caso è uscito per la sua etichetta, la Glycerine Records.

 

Veniamo alle canzoni. Tanto amore e un impatto piuttosto malinconico. L’Odore Dei Tuoi Capelli regala per esempio molte immagini. Ecco, partiamo da questo brano…

 

Il brano è un piccolo riassunto di un’estate meravigliosa, quella del 2019, tra flirt estivi, amici e frasi pronunciate in momenti dal tasso alcolico crescente. È un brano sul quale ironizzo molto in realtà, diciamo che spesso dico che sia la canzone che non volevo scrivere ma che è semplicemente uscita. Eppure, chi conosce la storia della canzone, come i citati Sandro e Carolina, sa cosa successe quell’estate nella mia vita. Ci fu un cambio radicale, insomma la fine dell’adolescenza, la paura del futuro, temi classici, ma che non passano mai di moda. Nonostante sia la canzone forse più orecchiabile e apparentemente leggera dell’EP, nasce da un’idea estremamente nostalgica. Volevo scrivere qualcosa che fosse come il diario che si ha da bambini, per riceverne la gioia effettiva solo nel rileggere il sé passato.

 

Non manca poi la denuncia. La Ballata Del Talent è talmente classica da piacere fin da subito. Tuttavia, giocherellando con metrica e parole, attacchi e non poco. C’è tutto ciò che non ti piace qui dentro o sbaglio? Tra l’altro è il tuo primo brano che ho ascoltato. Era ancora una versione demo…

 

Beh, la ballata nasce in un momento tragico a mio avviso. Questo signore, chiamiamolo così, sventolando un crocifisso chiese i pieni poteri. Nella stessa giornata mia madre guardava in tv un talent show. Osservando determinate dinamiche del programma mi sono risentito nel vedere la musica messa in secondo piano. Ripensandoci ora, la giusta dose di qualunquismo evidentemente serve a distrarsi da questi discutibili personaggi pubblici. La mia frustrazione emotiva converge nella canzone e il resto si può ascoltare. Poi non è vero che c’è tutto quello che non mi piace nella ballata, cito solo due cose: il fascismo e i talent. Dovessi fare un elenco più lungo scriverei una discografia troppo estesa per l’età che ho. Magari qualche altra piccola polemica già la sto preparando, chi lo sa…

 

Andrai mai a un talent show, quindi. Scherzo ovviamente…

 

Ti sorprenderà sapere che all’età di sedici anni ho fatto una sorta di talent in una parrocchia del pordenonese. Chissà perché non mi sorprende leggere in questa frase due argomenti citati nella ballata…

 

Già che ci siamo, il sistema fa cagare davvero. Cosa non sopporti più di ogni altra cosa?

 

Sicuramente la prepotenza e la presunzione di una classe politica che non si rende conto che ha messo noi cittadini nella condizione di essere perennemente scettici e disillusi per quanto riguarda il futuro. La cosa più triste è che so di non parlare solo per i miei coetanei.

 

Si chiude con la dolcissima e poetica La Luna E Il Giorno. Parliamo di un gioiellino. Cosa c’è dentro? E chi canta con te?

 

Dentro la canzone c’è il sogno di un amore irrealizzabile, la consapevolezza acquisita con il tempo che certe cose non potranno avverarsi per quanto vicini a esse possiamo essere. In sintesi è l’allegoria dell’impossibilità, e sapevo dentro di me di non poter parlare di questa cosa per me così intima, senza l’aiuto di presenze più grandi di noi, per questo cito elementi come il mare, il cielo o la stessa luna. La cantante che mi accompagna è proprio la già citata Clara. Lei fin da subito mi ha dato la disponibilità per cantare con me, nonostante tutti i casini vari prima di trovarci in sala. Mi dispiace Clara che non ci troviamo più spesso per cantare insieme, quando leggerai organizziamo una cena musicale…

 

Gli artisti che più hanno influenzato la tua scrittura? Qualche nome sembrerebbe scontato, ma prova a soprendermi?

 

Come già potrai intuire De André, De Gregori e Guccini sono la trinità principale alla quale mi ispiro. Ma per quanto riguarda gli arrangiamenti mi sono rifatto alle mie esperienze in ambito musicale, partendo dalla mia adolescenza fatta di Green Day, Offspring e Blink-182, fino ad arrivare a Tenco, passando per gli ultimi lavori di Niccolò Fabi. Almeno, questi sono sicuramente quegli artisti che mi vengono in mente, se penso ai momenti in cui ho scritto e poi registrato le canzoni.

 

Farai una stampa fisica del disco? Nel caso una copia andrà a me, lo sai…

 

Prima o poi mi auguro di far stampare delle copie fisiche, ma in formato vinile 45 giri, proprio perché la meravigliosa copertina disegnata dalla mia amica Angela si rifà a quel tipo di formato e stile. Ovviamente quando capiterà una copia con dedica ti arriverà, sperando tu abbia un giradischi.

 

Sì, ho un giradischi… Progetti futuri?

 

Sicuramente laurearmi in primis. Poi chissà, indubbiamente le canzoni non finiranno, sperando al più presto di organizzare concertini tra bacari e osterie. Spero poi di riprendere una mia grande passione, quella per il teatro.

 

Saluta i lettori MDN, lasciando anche i link di riferimento…

 

Cari lettori, lettrici e amici grazie mille per l’attenzione e non fatevi fregare mai dalla nuvola della disillusione.

Se volete dare un’ascolto  a Canzoni di Conrad, Vol. 1 ecco a voi:

 

https://open.spotify.com/album/04DkU71AM6WeMPY1sYLZkD?si=8XYGl70hSmSc5Dzb5tOZhQ

https://youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_lxu-KaYOMKySVBsG-MsA_8k-U5xiqQ4DM

https://music.apple.com/us/album/canzoni-di-conrad-vol-1-ep/1630098445

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