Un giro di giostra per tutti

 

 

 

DI ADRIANA LA TRECCHIA SCOLA

 

 

Il tifo calcistico a volte rispecchia le fazioni politiche.Premesso che oggi il calcio e’ talmente cambiato per cui puo’ fare a meno di una curva di sostenitori:e’ emblematica la fase degli anni settanta.Negli anni bui della storia italiana si realizza il caso Lazio.Adesso che nel paese c’e’ un governo di destra (senza centro) si puo’ dire che in quel passato se ne ponevano le basi.Ogni cosa puo’ farsi mito o mitologia,ma principalmente concorre il fattore nostalgia (o malinconia-secondo Victor Hugo e’ l’ essenza della felicita’).Il passato di quando eravamo giovani ci sembra sempre migliore del presente.All’ inizio dei settanta la Lazio veniva dalla serie B ed era una squadra composta degli scarti delle altre.Il gruppo che si formo’ non era veramente unito (anzi c’erano due fazioni-una di Chinaglia e Wilson e l’ altra di Martini e Re Cecconi),ma in un certo senso erano dei veri professionisti perche’ in campo si ricompattavano per vincere.Infatti dopo essere quasi arrivati allo scudetto nel ’72-73,poi lo vinsero nella stagione successiva ’73-74.Questi giocatori (Chinaglia,Wilson,Re Cecconi,etc) hanno creato l’ emblema della Lazio “fascista”.Probabilmente erano ragazzi “semplici” (uno di noi) che seguivano quelle che diventavano le loro passioni (in particolare le armi) e non avevano dei doppi fini.All’ epoca i calciatori non erano ancora delle vere e proprie imprese dal fatturato anche maggiore della squadra.Non erano dei divi-influencer interessati solo a sponsorizzare qualcosa e (sul piano fisico) dei simil robot per attuare prestazioni spettacolari.Come diceva Carmelo Bene vogliamo l’ atto non l’ azione.Invece il mondo come si e’ andato formando e’ interessato alla speculazione barocca che disseziona l’ oggetto a freddo per mangiarci il piu’ possibile.Negli anni settanta del terrorismo nero (per es. il tentato golpe del principe Junio Valerio Borghese) e poi rosso gli emuli dell’ eredita’ fascista erano ancora “smarriti” e alla ricerca di un percorso.Il “mucchio selvaggio” della Lazio esprimeva il clima sociale nel comportamento anarchico e ribelle ma prettamente umano.Infatti la cavalcata vittoriosa non sarebbe potuta avvenire senza la guida di un “padre” comprensivo (l’ allenatore Maestrelli dalla tragica fine-come del resto alcuni giocatori-in primis Re Cecconi). Di solito si dice che nel paese comanda una intelligentsia di sinistra nei giornali e case editrici,adesso e’ arrivato il turno di quelli della parte opposta.Secondo un outsider come Rodolfo Quadrelli il fascismo e’ stato erroneamente considerato sinonimo di tradizione.Infatti “l’ Italia non e’ un Paese moderno,e non e’ detto che questa sia una disgrazia”(Il paese umiliato).Il problema nasce dall’ equilibrio incerto tra la modernita’ e la tradizione.Da una parte il boom economico degli anni sessanta aveva prodotto un benessere economico mai visto prima,dall’ altra capitalismo,consumismo,inquinamento hanno causato una devastazione del paesaggio naturale e umano. “I tratti salienti dell’ italiano,soprattutto per gli stranieri,sono tratti meridionali:sono i tratti machiavellici e rinascimentali dell’ inganno e del ricatto,e della millanteria sessuale,ispirati dalla sempre latente paura di essere ingannati e ricattati”. Secondo Quadrelli la vera cultura e’ “lo scopo del vivere” e ha radici contadine,basate sul nesso tra orale e scritto,e sull’ armonia (cattolica) tra parole e gesti.L’ Italia e’ un paese non moderno perche’ religioso (cattolico) dove vige il senso del sacro.Guarda caso i paesi moderni (industrializzati) sono protestanti e sostanzialmente laici (o civili). In un sonetto il poeta confessa il suo disgusto,la sua lotta,la sua ribellione al disordine costituito dalla societa’ edonistica di cui si farebbe volentieri a meno: “Non ero fatto per la lotta,eppure/mi hanno costretto a diventare duro:/ora giaccio in me stesso e in me maturo/qualche oggetto delle mie ire future/Non ero fatto per odiare,eppure/tanto hanno fatto che non sono sicuro/neppure di un amico e questo oscuro/destino e’ per me fatto boia e scure,/Ma se Dio concedesse che la destra/potessi dare senza pentimento/e render voce a voce e alla maestra/strada di un cuore osare senza stento,/vincendo il dio che dentro mi sbalestra,/sarebbe il paradiso in un momento”. Quadrelli capisce il cambiamento epocale che avviene “La Storia e’ stata un trauma piu’ duro di quello della vita:eppure ho persistito a rovistare a piedi i miei fantasmi,e a perseguire il sogno dell’ amore e anche del dolore…”. Il poeta fa riferimento a un tempo anacronistico (La fine del tempo) “E intanto andare,andare con le gambe,/seguire l’ estro,prendere vie strambe,/finche’ appaia una meta e verso quella/dirigersi nel buio o semibuio della/strada che non va da alcuna parte,/e poi tornare sia a caso o ad arte/donde era la partenza e verso casa/incamminandosi.Domenica persuasa/ di esistere per niente o per il tutto che/cerchi e ricerchi invano ma che c’e’.” Nella poesia A mio padre ecco la fugacita’ del tempo:”cosi’ la vita passa e noi lasciamo/poca orma come insetto che posa sopra un ramo//Chi verra’ dopo soltanto potra’ dire/se il nostro sogno e’ un  mito che non dovra’ morire”. “Siamo tuoi figli,solo a te crediamo/prima di tante promesse mentite:/al mondo che ci accoglie non chiediamo niente.Lo sappiamo,da lui verranno le ferite./Ma non esse soltanto,perche’ sei in lui come sei in noi,e il tuo richiamo/sara’ in noi come in lui e tu non crei/niente che qui non cada come un amo”. In ogni caso c’e’ spazio in Quadrelli per l’ ottimismo:”Io riconosco il buono in tutto o quasi/perche’ gia’ tutto o quasi ho rifiutato”. “E’ impossibile che ci sia anche un sol uomo/che non abbia in se’ un bene oltre che un male”. “Il Paradiso non e’ altrove,pare:/e la sua chiave ha un nome solo,amare”. “E senza fretta mi impongo di aspettare/sapendo cio’ che ancora voglio:amare”. Ritornando al cambio di governo e’ fenomenale la definizione di democrazia di Carmelo Bene:un sistema in cui “il popolo viene preso a calci dal popolo su mandato del popolo.”

 

 

La Lazio irripetibile dello scudetto ’74 era formata da un gruppo di teste calde anarchici e stravaganti con un allenatore gentile.Un vero e proprio mucchio selvaggio (come i protagonisti del film di Sam Peckinpah).

 

 

megliodiniente

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