Poesia

Un viaggio tra poesia e disegni: Panacea. Al di là dell’abisso.

 

Intervista di Barbara Gabriella Renzi

 

 

Un libro dalle immagini tenere e con colori soffici, “Panacea. Al di là dell’abisso” ci racconta  tra poesia e disegni la pandemia.  Immagini ci rincorrono mentre leggiamo questo libro: sono immagini di nuvole che descrivono un periodo definito dagli autori come “drammatico”.

Lasciamo parlare gli autori che ci spiegano cosa vogliono comunicare con il loro progetto.

Chi sono Davide Uria e Mariateresa Quercia?

Davide e Mariateresa sono due amici e colleghi dai tempi dell’Accademia di Belle Arti che condividono l’amore per la creatività. “Panacea. Al di là dell’abisso” è, quindi, un progetto nato dalla voglia di creare qualcosa insieme in un momento difficile.

 

Cosa intendete con il termine “Panacea?

Il termine “Panacea” si riferisce a una cura ideale, non tanto per il corpo quanto per l’anima. È un invito a trovare una propria panacea nella panacea universale, che è costituita dallo stare a casa limitando i contatti con gli altri. Noi abbiamo trovato una panacea nella scrittura e nell’arte.

Personalmente sento molto questa poesia. Me la volete spiegare. Volare dove? Volare perché? Dove sono le vostre ali?

“Vorrei volare

ma non posso,

non ho ali

e quattro mura

restano sempre

quattro mura.”

Questa poesia esprime la voglia di libertà avvertita durante i mesi di lockdown, durante i quali eravamo costretti tra le “quattro mura” di casa. L’arte ci ha aiutato molto in questo senso, anzi, è stata proprio l’arte a dare un senso a quelle lunghe giornate. Le ali citate nella poesia, sono ali metaforiche, create dalla mente, perchè la mente è capace di creare mille altri mondi alternativi e possibili.

 

Altri versi bellissimi:

“Nella mia casa

muri bianchi

come tele

o pagine vuote

da colmare.”

Come vorreste colmare queste pagine vuote? Spiegatemi il senso di questa poesia…

Nei mesi di lockdown le nostre  case  hanno rappresentato le uniche  dimensione possibili  in cui poter vivere al riparo. Le nostre abitazioni sono diventate  un po’ l’emblema di quel periodo, delle muse ispiratrici vere e proprie. Da creativi, quali siamo, abbiamo cominciato ad osservare i muri e altri elementi delle nostre case, con occhio differente, decisamente più clinico. E’ stato un’esercizio interessante per entrambi.

 

Quale peso? Raccontateci…

“Non è facile,

ma oggi ti scrivo

e ogni parola

cadenza i secondi.

Non è facile

scriverti

con il peso

del mondo

sulle spalle.”

 

Non è stato semplice mettere su carta le sensazioni di quel momento; non volevamo assolutamente cadere nella banalità, apparire presuntuosi o azzardare opinioni sulla situazione. Volevamo comunicare le nostre emozioni in maniera semplice e genuina, e crediamo di esserci riusciti e di aver realizzato un progetto onesto ed essenziale.

 

Vi ringrazio di essere venuti con noi in questo spazio virtuale

Grazie a te!

megliodiniente

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