Urlarsi in faccia come terapia catartica.
Il breve (e in ritardo) resoconto del concerto dei Fine Before You Came
di Salvatore Alfieri
(Salvatore Alfieri sotto palco durante il concerto dei FBYC al Lumière di Pisa)
Anche se con molto ritardo, avevo voglia di dirvi che due settimane fa ho assistito al concerto più bello della mia vita del mio gruppo italiano preferito. Era il 21 maggio ed ero al Lumière di Pisa per vedere i Fine Before You Came per il tour di “Forme Complesse”, il loro ultimo disco uscito l’anno scorso. Inutile dirvi che ho pianto ed ero letteralmente elettrizzato dalla voglia di vedere e conoscere i FBYC. Non sono solamente il mio gruppo preferito. Loro sono il motivo per cui ancora oggi seguo la cultura emo/post hardcore da quando ho 13 anni.
Addirittura arrivai così presto che mi sentii pure il soundcheck delle 19 e poi li vidi tranquillamente far pausa fuori dal locale. E poi è vero quella cosa che urlarsi in faccia è magnifico e catartico. Ti libera. Avevo proprio bisogno di questa cura, di questa catarsi di emozioni accumulate specialmente ultimamente. Ero davanti a Jacopo, abbiamo urlato insieme e tutto questo grazie al Lumière. Direi che è stato simile a quando due persone si guardano negli occhi e decidono insieme di tirare fuori senza filtri e inibizioni tutta la merda che hanno dentro e più lo fanno più si sentono meglio. A volte non è facile e si urla troppo o troppo poco, si piange o ci si trattiene, ma è solo un attimo e passa tutto. Ecco, è esattamente quello che è successo.
I FBYC e il pubblico ad ogni live si urlano addosso tutto ciò che non ha funzionato e non funziona. Hanno creato un mood, uno stato d’animo, uno stato di coscienza, una terapia.
Poi a fine serata sono stato un po’ con alcuni del gruppo ed ovviamente fra i tanti regalini, mi sono portato a casa la scaletta del concerto; il concerto più bello della mia vita.