Istantanee Rock

VIA DALLA MENTE I Pixies accompagnano l’esplosione

 

A cura di Riccardo Gramazio (Ricky Rage)

 

Una notte americana dal sapore nevrotico e violento. Esplosivi piazzati con lo scopo di generare il caos, di colpire duramente il capitalismo, la materia e sé stessi.

Boom!

Attraverso un’enorme finestra è possibile vedere il tremendo crollo di alcuni grattacieli. I palazzi in questione non sono altro che istituti di credito. Oh sì, gli uffici dell’alta finanza stanno esplodendo, stanno sparendo, stanno andando in rovina. Fanculo, fanculo davvero! In fondo è giusto così…

Una coppia, mano nella mano, osserva questa sorta di apocalisse pulp.

«Andrà tutto bene!» ha appena dichiarato l’uomo.

Un’immagine catatrofica, raccapricciante e pesantissima. Un’immagine in ogni caso spettacolare.

La coppia è costituita da Edward Norton e da Helena Bonham Carter, entrambi meravigliosi. Il film è il mitico Fight Club del 1999, opera di David Fincher tratta dall’irriverente e nerissimo omonimo romanzo d’esordio di Chuck Palahniuk, pubblicato nel  1996. Che bellezza, ragazzi, che ve lo dico a fare!

Mi ero promesso di elaborare un articolo a riguardo ed eccomi qui. D’altronde sto scrivendo di un libro e di un film che amo alla follia, roba da perderci realmente il sonno. Sì, sono pazzo di Fight Club, e al caro Chuck devo tantissimo.

Non è il caso però di riprendere la trama o le vicende trattate. Ehi, qui siamo nel culto, nel pieno circuito pop, tutti sanno, ma dedicare due righe all’esagerato brano dei Pixies che accompagna la distruzione degli istituti e della sede della T.R.W. è cosa buona e giusta. Ebbene sì, mentre l’anonimo protagonista intrepretato da Norton (il mio attore prediletto) assapora apaticamente lo spettacolo accanto alla sua Marla Singer, il personaggio dark della Carter, le note di Where Is My Mind? decidono di fotterci definitivamente e di regalarci uno dei momenti più esagerati e belli del cinema moderno.

Il finale di Fight Club vale da solo il prezzo del biglietto, è dannazione estrema! Potrei guardarlo in loop per ore e ore…

 

With your feet on the air and your head on the ground.
Try this trick and spin it, yeah.
Your head will collapse,
but there’s nothing in it
and you’ll ask yourself

Where is my mind?

 

Il brano fa parte del primo album dei Pixies, Surfer Rosa, uno dei pezzi più pregiati del rock alternativo americano, nonché fonte di ispirazione per una lista infinita di grandi musicisti. Lo stesso Kurt Cobain, per esempio, non hai mai nascosto la profonda ammirazione per la band originaria di Boston. L’idea di alternare strofe apparentemente morbibe a ritornelli furiosi e selvaggi che tanto ha giovato ai Nirvana, giusto per ribadire il concetto, è uno dei punti di forza dei Pixies. La musica suonata del grupppo è particolarissima, cruda, sporca e rumorosa, irresistibile per quanto brusca.

Surfer Rosa, registrato nel giro di circa dieci giorni con il supporto del grande produttore Steve Albini e senza troppo budget a disposizione, racconta benissimo la vena artistica della formazione composta dal cantante Black Francis (o, sempre in arte, Frank Black), dal chitarrista Joey Santiago, dalla bassista (e cantante) Kim Deal e dal batterista David Lovering.

Garage rock e noise, soprattutto, ma anche pop, surf e hardcore, il tutto impreziosito dalla forza delle melodie o dalla surrealità dei testi. E Where Is My Mind?, oltre a spiegarci chi sono i Pixies, può essere considerata la canzone più popolare del repertorio, senza nulla togliere a bombe come Gigantic (singolo di riferimento di Surfer Rosa) o come Here Comes Your Mane, Monkey Gone to Heaven o Debaser del successivo Doolittle.

Il pezzo è perfetto per Fight Club, per il devastante finale. L’inquietante alienazione cantata da Black Francis, l’acidità generale dei riff e il testo malatissimo fanno realmente la differenza e si sposano alla perfezione con la penna di Chuck Palahniuk, con la mente dei suoi personaggi e con le immagini della pellicola di Fincher.

Ooooooh… Stop!

La voce spettrale della Deal mette già brividi e ci proietta nel delirio del protagonista. Che goduria!

Si parla di un viaggio cerebrale, di un mare caraibico e di animali nascosti dietro le rocce. Si parla di un pesciolino (sì, anche io, in qualche modo, ho voluto omaggiare i Pixies con la mia Pesci) e del vuoto assoluto. Proprio così, e poi ci si interroga: dov’è la mente?

Dov’è la mia mente?

E mentre i palazzoni si sgretolano come castelli di sabbia possiamo godere come dannatissimi porci.

Where Is My Mind? che nel mio spirito occupa un posto di assoluto livello, è un capolavoro del rock, uno di quei brani da ascoltare all’infinito e che mai potrebbe stancarci.

E già che ci siamo, una battuta a caso del santone Tyler Durden, il mitico personaggio interpretato nel film da Brad Pitt e che Palahniuk ha voluto regalare al mondo della letteratura e non soltanto: le cose che possiedi alla fine ti possiedono…

 

 

megliodiniente

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