Riccardo Ferrari, prof. di matematiche Celesti
PARTE SECONDA
L’ Astrologia è la combinazione dello studio scientifico dei corpi celesti e dei fenomeni ad essi relativi, quindi Astronomia e Astrologia si fondono in un solo insieme.
Nei tempi passati, Astronomi, Astrologi ed anche maghi erano una sola persona, il sapere era unico perché tutto era il riflesso della grande armonia universale che univa dall’ alto al basso il Macrocosmo e il Microcosmo, le forze cosmiche e le realtà viventi. Queste due discipline erano in relazione tra di loro, la prima era rivolta ad approfondire le conoscenze circa le dimensioni, le distanze e i moti del Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno e la Terra.
La seconda prende in esame le influenze che i Luminari, vale a dire il Sole e la Luna, gli astri mobili, le Costellazioni e le stelle fisse, avevano prima di tutto uno sull’ altro, poi sulla meteorologia ed infine sulle vicende umane.
I pianeti furono chiamati < < Capre selvatiche > > per il loro continuo spostamento in mezzo al tranquillo gregge delle stelle fisse.
La prima Bibbia dell’ uomo fu appunto il cielo stellato. Gli Egiziani appresero le loro conoscenze di Astronomia ed Astrologia dal popolo Babilonese. Infatti, nel 500 a. C. i Babilonesi misero a punto i metodi matematici così precisi che permisero loro di compilare le prime tavole delle Effemeridi ( 1 ) .
Queste tavole permisero agli studiosi di conoscere le posizioni e gli spostamenti degli astri anche per le epoche successive. Le conoscenze furono custodite da un potente clero e da una loro straordinaria dottrina.
La fiorente Valle del Nilo per lungo tempo fu la culla dello studio approfondito della vita celeste. Questa meravigliosa volta, sfavillante di mille magiche luci, predispose l’ animo di ogni essere umano a aprirsi e, quasi a fondersi con essa.
Sacerdoti, Astrologi ed Astronomi diffusero il loro sapere per mezzo dei flussi migratori delle varie tribù e fu così che le conoscenze acquisite oltrepassarono il Caucaso, attraverso le aridi steppe dell’ Asia, oltre i selvaggi passi montuosi dell’ Afganistan, giunsero nel Tibet attraverso le infuocate pianure dell’ Indostan e, quindi toccarono l’ India, le terre dei Mongoli, dei Tartari ed il più remoto Oriente per poi fare ritorno nuovamente alla culla del Nilo e diffondersi, attraverso il Mediterraneo, nell’ antico Impero Romano.
Ad introdurre l’ Astrologia nel mondo Romano furono dei circoli aristocratici, quale quello d’ ispirazione pitagorica del console Nigidio Figulio e grandi filosofi come Empedocle ed Eraclito. E’ risaputo che il successo fu in larga misura legato a quello delle religioni orientali che andarono progressivamente conquistando la romanicità, toccando il suo apice nei primi secoli dell’ età imperiale, affermandosi ad un livello sempre più popolare e superstizioso.
Essa non fù presente solo nelle credenze popolari, ma non mancò d’ essere coltivata presso gli ambienti colti dell’ epoca, i quali gettarono le basi della successiva religione astrale, del periodo imperiale. Il poeta Manilio ( Vissuto nel primo secolo sotto il regno dell’ imperatore Augusto ), definito << Uno straniero operante in Roma >>, ci testimonia che l’ Astrologia ebbe a crescere presso la corte di Tiberio; ogni qualvolta doveva prendere una decisione era solito precederla da un vaticinio degli astri.
Chi si avvicina allo studio dello splendente firmamento di Urania, ricco di affascinante leggende mitologiche, non può che essere stimolato ad approfondire il proprio sapere. Noi terrestri viviamo in un insieme mutante per effetto e per causa.
Le stagioni si susseguono e con loro mutano le forme e i colori e le sostanze. Solo le mille magiche luci della volta celeste non mutano e con passo instancabile e precisione invariata compiono la loro rituale rivoluzione. Esse sono le stesse che videro i padri della nostra stirpe, le stesse che ogni popolo del globo terrestre usa per orientarsi. Sono gli unici punti dell’ universo che sino ad oggi non siano stati contaminati dalla mano dell’ uomo. Esse assistettero alla nostra nascita, e tessero la prima tela per il nostro Oroscopo; ci seguiranno nel nostro cammino terrestre fino alla fine e diffonderanno la loro luce sulla nostra sepoltura.
Da ciò si deduce che per interpretare il messaggio delle stelle dobbiamo innanzitutto porre ogni cura, soprattutto allo studio scrupoloso della matematica astrologica. Attraverso la consultazione di un atlante si cercheranno la Longitudine e la Latitudine geografica del luogo di nascita, le effemeridi ( Tavole con le posizioni dei pianeti ) ci forniranno il tempo siderale che ci interessa.
Dobbiamo familiarizzare con i principi base dell’ Astronomia in modo da poter essere in grado di tradurre il loro messaggio in termini siderali che ci interessano. Dobbiamo familiarizzare con i principi base dell’ Astronomia in modo da poter essere in grado di tradurre il loro messaggio in termini razionali ed accessibili. Non dobbiamo però aspettarci di leggervi verità recondite o straordinarie rivelazioni per il futuro senza che da parte dell’ aspirante astrologo ci sia dapprima un serio impegno ad apprendere.
Questo non significa che dobbiamo perdere la nostra libertà di scelta, altrimenti definita << libero arbitrio >>, anzi tra la fine del medioevo e l’ inizio dell’ umanesimo vi fu un impoverimento della tecnica astrologica. Ricordate però, come recita un antico detto, << gli astri inclinano, ma non determinano >>, che non sempre venire a conoscere in anticipo quale sarà il nostro futuro sia un bene. Il magico mondo che ci circonda, fa capire le leggi naturali, è ferreo e nessuno può mutare a proprio piacimento.
La più importante qualità dell’ Astrologo deve essere la saggezza poiché non può assolutamente ignorare che la forza della natura è il regalo più caro ad ogni esistenza umana. Su questo concetto l’ aspirante Astrologo deve tessere la propria tela la quale sarà tanto più preziosa quanto più la sua abilità di esercitare sarà attenta.
Il ruolo di un bravo Astrologo deve essere interpretato con estrema delicatezza ed attenzione. Coloro i quali si rivolgono al suo sapere si attendono di ricevere, il più delle volte, la soluzione dei propri problemi o quantomeno di avere la certezza di poterli risolvere in un certo lasso di tempo. Ciò richiede completa fiducia nell’ aldilà d’ interpretazione dell’ Astrologo e coscienza dell’ istante esatto della nascita.
E’ dubbio che questi requisiti, ora precisa della nascita e Astrologo sapiente, siano oggi reperibili. Considerando che gli antichi hanno sempre avuto un serio rispetto del prossimo, al fine di non sopraffarlo con il loro sapere ed il loro agire, altrettanto deve fare chi vuole interpretare il ruolo dell’ Astrologo. Il fatto di redigere un oroscopo pone questi in rapporto con l’ individuo, ma ciò serve poco ad entrambi se l’ Astrologo non possiede sensibilità ed intuizione. Solo se questi valori saranno ben radicati e ben definiti non ci saranno delle distorte e fuorvianti che possono trarre in inganno sia l’ Astrologo che chi si avvicina.
Il primo paragone che ci salta alla mente è quello del seme che ci può dare un frutto << buono >> e non << buono >> a seconda di come si sia preparato il terreno. Pertanto, più la preparazione dell’ Astrologo sarà curata e più i risultati saranno soddisfacenti e quindi puri.
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La luna in campagna
Se al nascere della luna, o Filide
leverai al cielo le tue mani di villana,
e con incenso e frutti annuali
e ingorda scrofa placherai i Lari,
la vite feconda non sentirà l’Affrico
pestilenziale né la messe la ruggine
che rende sterile, né il tenero gregge
il nocivo influsso dell’autunno.
Riccardo Ferrari, prof. di matematiche Celesti