WILLY WONKA È STRANO, E A NOI PIACE MOLTO
Intervista a Paolo Modolo, in arte.. WWWW
a cura di Riccardo Gramazio (Ricky Rage)
Torniamo con un’altra bella intervista. Ospite, questa volta un autore che di strada ne ha fatta molta, ma che ancora non mostra segni di stanchezza. Lo pseudonimo artistico è fantastico e già questo basterebbe per restare sintonizzati. Ma è soprattutto la proposta musicale a convincere, a spingerci all’ascolto e a prestare davvero attenzione a Paolo Modolo dalla provincia di Treviso, musicista cresciuto a pane, punk, Seattle e via dicendo. Il nuovo disco è pronto, attendiamo soltanto il momento giusto, come dire, in questo grande momento sbagliato. Tuttavia il nuovissimo singolo Di(o)odio, che tra l’altro sta già andando piuttosto bene, è a disposizione. Tante le domande e tanta, sono sicuro, la voglia di rispondere.
Un artista vero, un amico, uno tizio strano con idee chiare e per nulla banali. Eccoci…
Ciao e benvenuto. Partiamo ovviamente dalla presentazione. Chi sto intervistando?
Ciao e grazie dell’ intervista. Stai intervistando Willy Wonka Was Weird, l’ alter ego musicale di Paolo Modolo, un musicista che arriva da un piccolo paese vicino a Treviso.
Willy Wonka era strano, altroché. Il personaggio creato dal romanziere Roald Dahl e portato sullo schermo da Mel Stuart prima e da Tim Burton poi, a quanto pare, ti ha ispirato abbastanza. Ecco, spiegaci un po’ …
La figura di Willy Wonka mi ha affascinato fin da piccolo. Mi ricordo che la prima volta che ho visto il film con Gene Wilder sono stato abbracciato da quel senso di piacevole fantasia ma allo stesso tempo d’ inquietudine… qualcosa non mi tornava. Quando ho deciso di dare vita a questo progetto avevo queste WWWW che mi giravano continuamente in testa e le ho subito associate al personaggio di Willy Wonka. Ho aggiunto Was Weird perchè ovviamente era strano, e tutto alla fine mi tornava con quello che ero io in quel momento… e che sono ancora
Prima di arrivare alle ultime produzioni, hai voglia di ripercorrere la tua storia musicale?
Sono attivo da parecchi anni nella scena musicale indipendente. Ho cominciato nel 1998 con la band noise/core degli Anarcotici con i quali ho fatto tre dischi, concerti e tour. Nel 2010 assieme a Ricky, l’ altro membro degli Anrcotici abbiamo creato gli IN My June, con i quali abbiamo pubblicato un cd, un vinile e fatto altri concerti. Dopo tutti questi anni ero un po’ saturo dell’ ambiente musicale, ma nel 2016 è nato mio figlio Christopher e ho deciso di scrivergli alcune canzoni come regalo, una specie di ricordo da lasciargli per il futuro. Ad un certo punto mi è venuta voglia di pubblicare questi pezzi, senza nessuna aspettativa e sono venuto in contatto con Massimiliano Lambertini di (R)esisto Distribuzione e Alka Records che ha pubblicato il primo disco 022016032019, uscito a ottobre 2019. Il disco è stato accolto molto bene dalla critica, sono partiti i primi concerti, ma l’ emergenza Covid ha bloccato tutto. Nonostante questo non mi sono fermato, ho partecipato a diverse iniziative importanti come quella del MEI, ho relizzato una cover dei Sick Tamburo, Lisa ha 16 anni, per la compilation Parlami per sempre, organizzata dai ragazzi di All You Need is Punk in ricordo di Elisabetta Imelio. E ho scritto, buttato via e riscritto i pezzi del nuovo album.
Il tuo ultimo singolo Di(o)odio, fresco fresco di pubblicazione, già dal titolo suona enigmatico e particolare. Stiamo parlando di un pezzo particolare, in effetti, che sicuramente ami parecchio. Raccontacelo…
Di(o)dio è stato penso il primo pezzo che ho scritto per il nuovo album. Il titolo è un gioco di parole tra Dio dell’ odio e ti odio e sicuramente ci tengo particolarmente, perchè parla di me.
Parla del male che le persone possono farti, anche involontariamente, che secondo me è il male peggiore. Ma è allo stesso tempo una delle canzoni più speranzose che abbia mai scritto.
Sono convinto che, nonostante il male, tutto il bene che abbiamo dato prima o poi torni indietro, è questo che voglio dire con: «tutto un giorno tornerà…»
Con te anche la cantante Desta. Come è nata la collaborazione?
Desta, all’ anagrafe Federica Carlotta Basei, oltre a essere una bravissima cantante, è anche una cara amica, ed è del mio paese. Quando mi hanno proposto di fare la cover dei Sick Tamburo ho subito pensato a lei per dare voce a Lisa, e da lì è cominciato tutto. Poi è venuta a trovarmi a Ferrara mentre stavo registrando il disco, e naturalmente ha cantato in parecchi pezzi, dando un tocco molto intenso al lavoro complessivo. Tra l’ altro pochi giorni fa, assieme a Tommaso Mantelli, abbiamo prodotto il suo primo pezzo da solista, e vi anticipo che sarà una bomba!
Ad accompagnare le note anche un videoclip dal sapore malinconico, in piena sintonia con il testo...
Il video è stato realizzato da Ilaria Passiatore e Michele Guberti e le riprese le abbiamo fatte a Ferrara. In questo video ho utilizzato diverse immagini per me importanti, come delle mani incrociate, foto mie da piccolo, testi delle canzoni… praticamente tutto quello che mi ha portato a essere così. Nel video compare anche Desta, che rappresenta sostanzialmente quella parteimportante della mia vita che non c’è più. Con la malinconia mi sono sempre trovato a mio agio, ed è stata bravissima Ilaria a catturarla nel video. Rimango sempre dell’ idea che la sofferenza ti spinge a fare sempre grandi cose, il problema si pone quando è lei a prendere il controllo della situazione.
Di(o)odio è solo il primo tassello del nuovo lavoro, suppongo. Che disco dobbiamo aspettarci?
Sicuramente sarà un grosso passo in avanti rispetto al lavoro precedente, in tutti i campi. Il disco è stato registrato a Ferrara nello storico Natural Head Quarter, uno studio nel quale sono nati capolavori della musica indipendente italiana. Le registrazioni sono state fatte da Michele Guberti, con la produzione artisitca di Massimiliano Lambertini e Manuele Fusaroli, quindi già questo può darvi un’idea di cosa uscirà. Ho curato maggiormente i testi, la voce e la forma stessa della canzone, rendendola più fluida rispetto al passato. Rimango sempre io, ma i ragazzi sono riusciti a tirare fuori e a valorizzare dei punti importanti del mio modo di scrivere, dando un nuovo aspetto ad alcuni pezzi. In un certo senso sarà un disco che partirà dal mio passato per arrivare ad un’ imprecisato futuro
Quali sono state le tue principali influenze musicali? Le canzoni sembrano davvero raccogliere molte sonorità, sonorità provenienti dal panorama rock alternativo, ma non soltanto…
Per questo disco sinceramente nessuna, ho passato lunghissimi periodi concentrato solo sulla mia musica o ad ascoltare i gruppi preferiti di mio figlio. Io arrivo dal punk, ho vissuto intensamente la scena di Seattle negli anni 90, amo Nick Cave. Abbiamo lasciato che le canzoni si sviluppasero da sole, senza nessuna restrizione del tipo: «facciamola più heavy, facciamola
più pop..»
L’ unico obbiettivo è che possano arrivare in maniera semplice e diretta a più gente possibile. La musica si deve diffondere, non sotterrare in nicchie contrapposte tra loro
Nel dettaglio, quali sono i dischi che hanno cambiato la tua vita?
In Utero dei Nirvana, No Code dei Pearl Jam, Ok Computer dei Radiohead, Carpe Diem dei Will Haven, The Doors In Concert, Full Effect, Jeff Buclkey Live.
Il momento è tragico e la fine del tunnel purtroppo non è ancora visibile. Cosa pensi di questa assurda e complicatissima situazione? Ne usciremo con le ossa rotte, questo è sicuro…
Penso che la ripresa live non sarà assolutamente facile, molti locali stanno chiudendo e quando si ripartirà ci sarà da aspettare giustamente la fila di quelli fermi dall’ anno scorso.
Le istituzioni non hanno fatto nulla per questo settore, ulteriore prova di quanto vengano considerati i musicisti in Italia. Magari dovremmo suonare un pallone, sarebbe tutto più facile.
Allo stesso modo tra la gente c’è chi è interessato solamente a disegnare arcobaleni e a cantare dai balconi per un pò di visibilità e per una falsa speranza e c’è per fortuna chi capisce l’ importanza del nostro lavoro e di tutto il nostro mondo in generale, delle persone con famiglie che da un’ anno non vedono un euro. Fare dischi è bello e fa bene a tutti, ma se non suoniamo noi moriamo. E con Noi non intendo i Vasco o i Ligabue di turno, che non hanno fatto nulla per aiutare il LORO settore, ma tutte le migliaia di musicisti sparsi in questo Paese che si fanno in quattro per arrivare a fine mese
Situazione musicale in Italia? Il Covid ha peggiorato ulteriormente le cose…
Non so, a volte vedo un calderone di cose inutili. Sono talmente troppe che non si riesce a distinguere il bello dal brutto. Sono tutte piatte, pre-confezionate. Abbiamo bisogno di uno scossone generale, di una rabbia vera, che si trasformi in musica e che riesca a smuovere la gente
È giusto combattere ancora? Insomma, sperare diventa giorno dopo giorno sempre più complicato.
Dobbiamo, dobbiamo combattere, continuare a sognare, altrimenti diventiamo degli zombie, e ne vedo già parecchi attorno. Noi abbiamo il dono di poter far stare bene la gente con la musica, anche se per pochi secondi o minuti, ma riusciamo a farlo. Non possiamo buttare via tutto perchè un sistema non ci considera. È il momento di combattere contro il sistema.
Torniamo alle cose belle. Non molto tempo fa hai regalato a Meglio Di Niente un brano suggestivo ed evocativo, Marzo 2019. Cosa c’è lì dentro?
C’è mio figlio. È una lettera che avevo scritto per lui nel caso un giorno, per qualche motivo, non dovessi esserci più. Volevo che sentisse il papà sempre con lui, con la cosa che il papà sa fare meglio, la musica. È il mio modo di dirgli che quando crescerà non dovrà mai abbandonare il bimbo che è stato, perchè i bambini sono l’ essenza della purezza e del bene in forma umana.
Qualcosa che vorresti dire e che non ti ho chiesto?
Sei stato perfetto, non ho più nulla da dire!
Saluta i lettori di MDN e manda un messaggio. Ottimista o pessimista, non importa…
Continuate a credere nei sogni e rincorreteli ovunque. Tutto un giorno tornerà! WWWW
https://www.facebook.com/willywonkawasweird
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