La Bundesliga, prima che il Bayern aprisse il ciclo più vincente della propria storia, era un campionato aperto davvero a qualsiasi risultato. Lo hanno dimostrato tantissime squadre nel corso della storia, tra le quali il Wolfsburg 2009. I lupi vinsero uno storico titolo, il primo e unico per il club. Nel 2015 sarebbero poi arrivate una Coppa di Germania e una Supercoppa. Belle soddisfazioni, ma mai quanto il trionfo in campionato con Felix Magath alla guida e l’incredibile coppia d’attacco Dzeko-Grafite, 54 goal totali a fine stagione.
Il bosniaco e il brasiliano sono i volti e i due più iconici di quella cavalcata, ma non sono gli unici che hanno messo un timbro importante sul titolo. Sono infatti 16 in particolare i giocatori che Magath ha utilizzato con frequenza in quella stagione e che hanno giocato un ruolo determinante per la vittoria finale. Dal titolo sono passati quasi 10 anni, diversi di quei protagonisti sono ancora in attività. Dove sono finiti quei 16 giocatori che hanno portato il Wolfsburg fino ad alzare il Meisterschale?
Wolfburg 2009: dove sono finiti?
Diego BENAGLIO (1983) – Il portiere svizzero, che ha vinto al titolo al secondo anno in Germania, è diventato capitano dal 2012 e una leggenda del club. Ha lasciato la Sassonia nel 2017 dopo 9 anni e 321 presenze. Oggi gioca al Monaco, è il secondo di Subasic.
Sascha RIETHER (1983) – Il tuttofare del Wolfsburg 2009 è passato per il Friburgo e il Colonia, oltre ad aver provato l’esperienza in Premier League con il Fulham, senza successo. Oggi è il veterano dello Schalke 04, anche se non gioca dal maggio 2017 è la chioccia per i tanti giovani nella rosa dei Knappen.
Peter PEKARIK (1986) – Dopo un rapido passaggio in Turchia, Pekarik si è spostato poco più a nord di Wolfsburg, a Berlino, dove gioca dal 2012 nell’Hertha. Negli ultimi mesi ha giocato meno, dopo essere stato un’istituzione del club per diverse stagioni.
Andrea BARZAGLI (1981) – Pilastro difensivo della squadra di Magath, dopo essersi ripagato nel migliore dei modi la discussa scelta di volare in Bundesliga, Barzagli ha scritto la storia in Italia con la Juventus. Di campionati ne ha aggiunti altri 7 alla sua collezione.
Alexander MADLUNG (1982) – Il roccioso centrale difensivo si è ritirato nel 2017, dopo due stagioni trascorse con la maglia del Fortuna Düsseldorf. Ha toccato le quasi 300 presenze in Bundesliga, la maggior parte di queste con i lupi dal 2006 al 2013.
Jan SIMUNEK (1987) – Promessa non mantenuta di quella squadra, ha lasciato Wolfsburg nel 2010 per passare al Kaiserslautern. Ha giocato anche con le maglie di Bochum, Dukla Praga e con gli ungheresi del Vasas. Attualmente è svincolato dallo scorso febbraio.
Ricardo COSTA (1981) – Il giramondo portoghese non si è imposto in Bundesliga, ma si è portato a casa un titolo comunque prestigioso da aggiungere alla collezione di quelli vinti col Porto. Dopo aver lasciato la Germania nel 2010 è passato per Lille, Valencia, Al Sailiya (Qatar), Paok Salonicco, Granada, Lucerna e ora Tondela.
Christian ZACCARDO (1981) – Meno fortunato di Barzagli: la sua avventura non è stata di successo, ma nell’unica stagione ha vinto il titolo. Tornato al Parma nel 2009, è passato anche dal Milan, poi Carpi, Vicenza e Malta. Ora è svincolato e cerca squadra su LinkedIn.
Marcel SCHÄFER (1984) – Un pezzo di storia del club, Marcel Schäfer, oltre a essere un insostituibile del Wolfsburg 2009, ha giocato 312 partite con il club arrivando anche in nazionale. Si è ritirato quest’estate dopo un rapido passaggio in MLS. Ed è subito stato nominato da Schmadtke direttore sportivo del Wolfsburg.
JOSUÉ (1979) – Il brasiliano recupera-palloni e in grado di correre ovunque per il campo sembrava destinato a una super carriera. Invece è rimasto in Sassonia fino al 2013, quando poi è tornato in Brasile, all’Atlético Mineiro, in tempo per vincere la Libertadores con Ronaldinho. Si è ritirato nel 2016.
Makoto HASEBE (1984) – Un’istituzione della Bundesliga: il capitano del Giappone è il leader difensivo dell’Eintracht Francoforte, con cui ha rinnovato fino al 2020. Non gioca più a centrocampo come nel Wolfsburg 2009, ma si è reinventato regista basso con le Adler, dove gioca dal 2014 dopo un passaggio al Norimberga.
Christian GENTNER (1985) – Una vita per lo Stoccarda, con una parentesi al Wolfsburg tra il 2007 e il 2010 coronata con il titolo. Oggi Gentner è il capitano e bandiera degli svevi di cui è ancora un intoccabile della formazione a 33 anni.
Zvjezdan MISIMOVIC (1982) – Il bosniaco di Baviera poteva dominare in Europa, ma si è perso dopo l’esperienza con i lupi, terminata nel 2010 con il passaggio al Galatasaray e dopo alla Dinamo Mosca. Ha giocato in Cina tra il 2013 e il 2017 prima del ritiro dai campi. Lavora nello staff tecnico della nazionale della Bosnia.
Ashkan DEJAGAH (1986) – Non ha mai mantenuto le promesse, ma a Wolfsburg è sempre accolto con grande affetto. Ci è ritornato nel 2017 dopo l’addio del 2012, applaudito e tributato da tutto il pubblico. Ha esperienze con Fulham, Al Arabi e Nottingham Forest, oggi è tornato in Iran con il Tractor Sazi.
Edin DZEKO (1986) – Lui sì che le promesse le ha mantenute. Oggi è il pilastro della Roma dopo aver vinto in Inghilterra con il Manchester City. Oltre 250 goal in carriera e ancora qualcosa da dare. Soltanto nella stagione 2016/17 ha superato i 36 goal complessivi fatti con il Wolfsburg 2009.
GRAFITE (1979) – L’incredibile e unico exploit nella stagione 2008/09 è stato il picco di una carriera nella media, con tante squadre cambiate: Gremio, Seoul, Goias, San Paolo e Le Mans prima; Al-Ahli, Al Sadd, Paranaense e Santa Cruz, ultima squadra con cui ha giocato. Si è ritirato nel giugno scorso.
All. Felix MAGATH (1953) – Ha raggiunto il massimo con quella Bundesliga, poi è passato allo Schalke senza troppo successo e di nuovo al Wolfsburg, dove è stato manager a tutto tondo. Passaggio poco di successo al Fulham e ultima esperienza in Cina, allo Shandong Luneng. Poteva tornare ai lupi nel febbraio scorso, ma alla fine si è optato per voltare pagina scegliendo Bruno Labbadia. Non starà andando come al Wolfsburg 2009, ma non c’è da lamentarsi.
(Giorgio Dusi)